Un caro amico, che evidentemente ha meritato la laurea in giurisprudenza, mi ha fatto notare un comunicato stampa del Ministro dell’Economia che, come tutti sappiamo, altri non è che il nostro Presidente del Consiglio, Mario Monti. E’ datato 15 febbraio 2012 (attenzione alle date!) Lo riporto perché è breve:

“Il Ministero dell’economia e delle finanze comunica che, in considerazione di obiettive difficoltà operative rappresentate dagli intermediari finanziari tenuti al versamento dell’imposta relativa alle attività oggetto di “scudo” fiscale (…) il termine già fissato al 16 febbraio sarà differito con il primo provvedimento legislativo utile.



Con lo stesso provvedimento sarà disposto che i versamenti non effettuati fino alla data di entrata in vigore della disposizione di proroga non configureranno violazione in materia di versamenti.”

Traduco per quelli non abituati al lessico “giuridichese”.

Il famosissimo decreto-legge “Salva Italia” ha previsto una imposta straordinaria sulle attività finanziarie che – come si suole dire – erano state oggetto del c.d. “scudo fiscale” , tale imposta andava pagata entro il 16 febbraio. Per far funzionare il tutto occorreva, però, che l’Agenzia delle Entrate comunicasse le modalità concrete di tale pagamento; l’Agenzia – forse troppo indaffarata a chiedere le ricevute fiscali fuori dei bar – ha  comunicato queste modalità il 14 febbraio (cioè due giorni prima della scadenza!)



Il Ministero a questo punto si è accorto che ci sono “obiettive difficoltà operative” per le banche (o chi per loro) di pagare questi soldi. E’ allora che si fa? Il termine per il pagamento è previsto da un decreto convertito in legge, occorre, quindi, una legge o un altro decreto-legge o legislativo; insomma, occorre un atto che abbia la forza della “legge” se vogliamo rispettare il principio di legalità ordinaria e costituzionale, ma questo atto non c’è.

E allora, il giorno prima della scadenza, ecco l’invenzione costituzionale “tecnica”: il comunicato stampa “con forza di  legge”.



Il ministro Monti assicura che il termine scaduto “verrà differito con il primo provvedimento utile…” e garantisce che se uno non ha pagato nel frattempo non succederà nulla fino alla nuova proroga. Come dire, scusate abbiamo perso il treno; prenderemo il prossimo che passa. Certo, capiamo, il momento confuso e, soprattutto, lo scopo di incassare comunque i soldi, ma alcune domande sorgono “spontanee” – direbbe Lubrano-.

1. Senza dubbio il prof. Monti è uomo che gode di ampia fiducia (dell’Europa, dei mercati, di tutti o quasi i partiti) ma basta un suo comunicato stampa per fare “fede”? Chi non ha pagato entro quel termine non dovrebbe essere oggettivamente “fuori” della previsione di legge? Come fa ad assicurare che certi comportamenti “non configureranno violazione in materia di versamenti”?
2. Soprattutto, occorreva aspettare il giorno  prima per accorgersi che mancavano le disposizioni attuative? C’era il decreto-legge milleproroghe, approvato a dicembre, e, in ogni caso il Governo Monti viaggia alla media di più di un decreto-legge al mese; non si poteva, dunque, trovare per tempo un atto adeguato per inserire un differimento?
3. Ma, attenzione, è proprio di ieri una lettera di fuoco del Presidente Napolitano inviata alle Camere in cui il Capo dello Stato, riprendendo una recente sentenza della Corte costituzionale, ribadisce che il Parlamento non può più aggiungere in sede di conversione di un decreto-legge qualsivoglia emendamento, considerandolo come un treno in corsa al quale può attaccare tutti i “vagoni” che vuole. Quindi, prendere il “primo provvedimento utile”, per attaccarci una sanatoria dell’imposta straordinaria potrebbe diventare non così semplice per il Governo.

Si dirà: il caos normativo italiano è tale che un “differimento retroattivo più sanatoria” (questo, tecnicamente, è quello che accadrà) non meraviglierà nessuno. Certo. Però, non conforta sapere che un governo di “tecnici” riproduca i guai peggiori del “malgoverno” politico.