Che cosa sta accadendo nel “ventre” dell’elettorato italiano, mentre il “governo dei tecnici” di Mario Monti prosegue nella sua azione? Fino a questo momento ci sono varie ipotesi avanzate dagli osservatori della politica. C’è chi sostiene che questo governo rappresenti una parentesi e poi tutto ritornerà come prima. C’è chi al contrario vede all’orizzonte un cambiamento totale e generale, magari con nuove formazioni politiche che si affacceranno alla ribalta nazionale. Il riflesso complessivo di questa situazione è che, di fronte a una crisi economica e finanziaria di grande complessità dove domina prevalentemente l’incertezza, c’è una complessa evoluzione dell’elettorato, dove la parola incertezza sta alla base mescolandosi alla confusione e a una indecisione di fondo, che raccoglie grosso modo il 40 percento degli italiani. Alessandra Ghisleri, direttrice di “Euromedia Research”, offre a il sussidiario.net una fotografia molto nitida di questa evoluzione in corso. Abituata a inquadrare la realtà italiana tra sondaggi, ricerche sul campo, domande poste con molto rigore, non spara numeri a casaccio e non azzarda ipotesi sul futuro prossimo venturo.
Signora Ghisleri, come sta andando la popolarità del “governo dei tecnici” di Mario Monti? È sempre alta? E stata oscillante dal suo insediamento a Palazzo Chigi?
La popolarità di questo governo è sempre alta. Ha avuto un’oscillazione al ribasso, portandola sotto il 50 percento solo al momento della manovra di dicembre. Poi è risalita e si è attestata. Ma attenzione è una popolarità, una credibilità attenta, guardinga. Gli italiani stanno accettando questo governo e i suoi interventi perché lo prendono quasi come un antibiotico, come una cura necessaria. Si prestano a fare dei sacrifici, sono pronti, ma attenti, molto più responsabili sulle questioni di politica finanziaria ed economica.
Anche di fronte a questa serie di tasse che il governo sta portando?
Non sono di certo contenti per le tasse che arrivano, per gli aumenti della benzina, ma prendono il tutto sapendo che è una cura necessaria. E quello che li convince di più è la lotta all’evasione fiscale. Il messaggio che pagando tutti, alla fine si paga di meno e si possono avere migliori servizi in questo momento li sta convincendo sull’azione di governo. In questo caso c’è stata un’accorta, convincente campagna mediatica, fatta dal governo stesso che è condivisa dagli italiani. Qui si è creato, al momento, un nuovo senso di responsabilità, quasi un rapporto nuovo tra Stato e cittadini e una vera non sopportazione verso la grande evasione. C’è fiducia dei cittadini, ma è una fiducia attenta.
Veniamo ai partiti, signora Ghisleri. Come sono giudicati dagli italiani in questo momento? Che cosa pensano della loro azione?
Diciamo così: in questo momento i partiti godono di un momento di difficoltà. Le persone si chiedono dove sono andati a finire e che cosa stiano facendo. Ci sono giudizi severi sui partiti. Ma non è vero che ci sia una condanna dei partiti in quanto tali, perché le persone sentono ancora l’esigenza di chi ha sempre fatto da tramite tra i loro problemi e i problemi nazionali più complessi. Vedono che al momento che i partiti non sono più un tramite e quindi esprimono giudizi negativi. Intanto le persone elaborano lentamente nuove richieste di rappresentanza politica. E’ un elettorato in evoluzione, lenta ma continua.
Tra un paio di mesi si entra in una campagna elettorale amministrativa. E’ possibile che questa scadenza sia un test sufficiente per comprendere l’orientamento elettorale?
In questo momento è difficile rispondere a una domanda del genere. Ed è ancora più difficile in una campagna elettorale amministrativa, dove si giocano storie di città, presenze di persone, diverse liste che si presentano. Sono tutte varianti importanti in una campagna elettorale amministrativa. Si può aggiungere a queste varianti la situazione di incertezza che si sta vivendo, la stessa situazione dell’evoluzione dell’elettorato. Quasi impossibile fare dei pronostici, quando c’è un quaranta per cento di elettori che è indeciso, che non sa chi votare, che magari vuole cambiare o magari non andrà a votare.
Scusi l’insistenza, ma come si potrebbe prefigurare l’orientamento elettorale di questo Paese: di centrodestra o di centrosinistra?
A grandi linee si può notare che questo paese è orientato a spostarsi sempre più al centro. Non è un caso che anche gli schieramenti di questi ultimi anni sono di centro-destra o di centro-sinistra. Gli stessi elettori, anche quelli che magari ti dicono che vogliono cambiare il loro voto, dichiarano di volersi spostare sulla destra o sulla sinistra del centro, come se ci si barcamenasse.
Permette una domanda conclusiva? Ma se si votasse per elezioni politiche nazionali, chi vincerebbe, il centrodestra o il centrosinistra?
Con questa evoluzione dell’elettorato, non è un paradosso, la risposta in questo momento è realisticamente impossibile.