Onde evitare sorprese, ritardi, e affossamenti vari, il governo ha deciso di agire con “la forza”. E, sul decreto cosiddetto “svuota carceri” ha deciso di porre la questione di fiducia. Il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Piero Giarda, a stento è riuscito a comunicarne la decisione dai banchi del governo, mentre da quelli dell’opposizione, della Lega Nord, in particolare, si levavano fischi e cori di “Vergogna”. Del resto, era stato lo stesso Carroccio a rendere necessaria l’operazione, avendo presentato 500 emendamenti all’ipotesi legislativa con l’evidente intento di fare ostruzionismo a oltranza impedendone il varo. Ostruzionismo che ha la sua ragione nel tentativo di smarcarsi dall’immagine data sino a prima dell’insediamento del governo Monti ai propri elettori, quella di un partito romanocentrico che ha smarrito il proprio radicamento nel territorio. E’ da leggersi in questa chiave, infatti, la decisione del partito di Bossi di non concorrere alla formazione di un’ampia maggioranza come l’ormai ex alleato, il Pdl. Il quale, dal canto suo – è il timore del Carroccio – potrebbe decidere, alla fine, di sganciarsi definitivamente dalla morsa dei padani, varando assieme al Pd una legge elettorale che, a cagione di una soglia di sbarramento particolarmente elevata, potrebbe tenerli, nella prossima legislatura, fuori dal Parlamento.
Ben si comprende, quindi, il nervosismo del partito del Senatur rispetto alla decisione di scavalcarlo o con la questione di fiducia. In ogni caso, la fiducia al provvedimento sarà votata giovedì, a mezzogiorno, mentre domattina, alle 10.15, avranno inizio le dichiarazioni di voto. La calendarizzazione della misura è stata stabilita dalla Conferenza dei capigruppo che ha stabilito per martedì il voto finale. E, mentre anche l’Idv fa sapere che non lo voterà, il ministro della Giustizia Paola Severino spiega che si tratta di una necessità di fronte alla quale non ci si poteva sottrarre. Com’era intuibile, quindi, il guardasigilli ha spiegato che la fiducia è stata posta esclusivamente per una questione di tempistiche.