«Al momento sembra proprio che la rottura tra Pdl e Lega sia irreversibile, ma oltre a questo aspetto, bisogna fare un discorso più politico. Per esempio, ieri Buttiglione ha fatto sapere che nel caso in cui si costruisse un polo dei moderati, per la Lega non ci sarà posto. E’ vero che Buttiglione non è il Pdl, ma si sta delineando una possibile evoluzione politica che comunque non comprende la Lega». Contattato da IlSussidiario.net, l’inviato del Corriere della Sera, Marco Cremonesi, fa il punto della situazione riguardo i due schieramenti (bossiani e maroniani) ormai ben delineati all’interno della sede di via Bellerio, con un occhio rivolto al braccio di ferro tra il Senatùr e Flavio Tosi sulla lista civica personale del sindaco di Verona.



Quali saranno le maggiori conseguenze di questa rottura Pdl-Lega?

Dal punto di vista delle amministrative, è evidente che sarà più difficile vincere sia per il Pdl che per la Lega. Per quanto riguarda invece le politiche, bisogna capire se reggerà questo accordo tra Pd, Pdl e Udc su una nuova legge elettorale di cui si parlava settimana scorsa. C’è poi il problema delle amministrazioni esistenti: non penso che cadranno la Lombardia o il Veneto ma, come si è già visto in tante amministrazioni più piccole, ci sono situazioni di guerriglia all’interno delle vecchie maggioranze che sono già detonate.



Cosa pensa della querelle sullo stop alla lista Tosi?    

In termini generali, la Lega ha bisogno di poter contare su tutti i voti di Tosi, e così viene spiegata l’insistenza contro le liste nominative, come anche in passato è accaduto altre volte. Tosi dice invece che una sua lista porterebbe un valore aggiunto, cioè tutti coloro che sono soddisfatti della sua amministrazione, ma che non se la sentono di mettere una croce su Alberto da Giussano sulla scheda elettorale. Evidentemente la questione di Verona si intreccia con quella del Congresso veneto, dove si incrociano non tanto maroniani contro “cerchio magico”, ma tante questioni locali che sono polarizzate in due diversi schieramenti.



Cosa potrebbe accadere se Tosi vincesse con la lista a suo nome?

Se Tosi dovesse vincere bene a Verona, sarebbe poi difficile da contenere, e non soltanto a livello di segreteria nazionale veneta. In via Bellerio sanno che le ambizioni di Tosi sono più alte, e che queste lo spingono a giocarsi seriamente una partita di leadership all’interno della Lega, anche oltre il Veneto. Un segretario veneto di nome Tosi sarebbe per la Lega una gatta da pelare molto più complicata che non, per esempio, il segretario piemontese Cota.

Come potrà risolversi tutta la questione?

Non è facile dire a cosa si arriverà, ma credo che alla fine una soluzione potrà essere una lista civica non direttamente denominata “Tosi”, ma comunque chiaramente connotata per uscire da questa impasse. Ma è un’opinione strettamente personale.

Qual è invece la posizione di Castelli, che recentemente ha detto che «Tosi può andare tranquillamente da solo con la sua lista ed è in grado anche di vincere».

Castelli non si colloca né da una parte né dall’altra. Dovrebbe essere un bossiano, ma non è inserito nell’organigramma in senso correntizio, quindi in questo periodo è una sorta di battitore libero che dice semplicemente quel che pensa.

In un recente articolo ha parlato della rinascita dell’asse Bossi-Tremonti. Che cosa intende?

Giulio Tremonti è un ora fuori da tutti i giochi, dopo essere stato considerato per mesi il primo della politica italiana, in certe fasi anche più di Berlusconi, mentre adesso si ritrova praticamente senza un partito e senza incarichi particolari. Dall’altra parte c’è Bossi, che comincia a vedere quanto terreno ha perso la Lega in questi mesi. Forse non elettoralmente, ma stiamo comunque parlando di un partito in difficoltà che rischia di peggiorare con i nuovi movimenti che avverranno nella politica italiana da qui a un anno. E’ forse ingeneroso definire l’asse Bossi-Tremonti un’unione di due difficoltà, però certamente entrambi stanno attraversando un momento di questo tipo. In fondo, nonostante diversi attriti passati, il loro rapporto personale è sempre stato più che saldo.

 

(Claudio Perlini)