Avranno, di certo, il loro tornaconto a starsene all’opposizione. Sicuramente in termini di appeal sul loro tradizionale elettorato. Ma da quando hanno deciso di non appoggiare il governo di Mario Monti, ai leghisti non sembra andarne bene una. Il congresso provinciale, convocato domenica per eleggere i delegati regionali della Lega Lombarda è stato annullato. Il segretario provinciale, infatti, avrebbe contato 332 voti. Peccato che i votanti erano 229. E, a questo punto, in molti chiedono la testa di Maurilio Canton, segretario provinciale proclamato per acclamazione il 9 ottobre scorso. Il tutto, mentre Davide Boni, presidente del Consiglio regionale in quota al Carroccio è indagato per corruzione. IlSussidiario.net ha chiesto ad Attilio Fontana, sindaco di Varese, di fare il punto sulla situazione.



Anzitutto, cos’è successo alle primarie varesine?

E’ un episodio che mi ha decisamente sorpreso, cogliendomi impreparato. Credo, come ha affermato di recente anche Maroni, che si sia trattato di un semplice errore di conteggio. Si stanno rifacendo i conti proprio perché, laddove ci si rendesse conto che si è trattato di uno sbaglio, si potrebbe ipotizzare di evitare di annullare definitivamente il congresso.



Per quanto riguarda gli altri congressi, invece, si dice che i maroniani siano favoriti. Chi li vincerà, secondo lei?

Credo che, celebrando i congressi, vinca in ogni caso la Lega.  A prescindere da qualunque genere di distinzione possa esserci. Sono convinto che il processo democratico farà sì che i segretari eletti saranno tra i più capaci e perfettamente in grado di fare al meglio il loro lavoro. Una volta conclusi torneremo come sempre a occuparci di politica e della nostra gente, come facciamo quotidianamente.

Crede che il fatto che Davide Boni sia indagato possa destabilizzare gli equilibri interni del partito? Ovvero, la questione è personale o riguarda la Lega nel suo complesso?



Credo,  in realtà, che non sia nemmeno personale. Non penso, cioè, che sussistano neppure gli estremi per arrivare alla celebrazione del processo. Avrà, in ogni caso, il tempo per chiarire la sua posizione e credo che lo farà al più presto e senza che ci siano particolari problemi.

L’alleanza con il Pdl, invece, è realmente conclusa?

Ciò che è certo è che oggi come oggi noi e il Pdl non siamo più alleati. Siamo su posizioni completamente distanti da quelle del presidente del Consiglio. Le scelte che Berlusconi ha fatto, quindi, precludono l’ipotesi di un percorso comune. Fino a quando, almeno, non sarà superata queste fase.

A quel punto, cosa accadrà?

Una volta conclusa la legislatura e uscito di scena Mario Monti, non escludo una lite che porti ad una separazione definitiva come non escludo nemmeno che si riprenda la strada del dialogo. In ogni caso, il Pdl non dovrà più sostenere Monti.

Crede che, per allora, Tosi avrà fatto la sua lista e sarà giunto al divorzio definitivo con Bossi?

Ciò che io dico da sempre è che l’unica cosa assolutamente necessaria è che i due tornino a parlarsi, che si incontrino di persona. Mandarsele a dire attraverso i giornali non è di certo il modo migliore per risolvere i problemi. Credo che sia il modo peggiore per acuire le differenze. Sono entrambi due ottimi leghisti, nonché due persone intelligenti. Credo che un incontro sarebbe sufficiente.