Ha preso il via alla Camera il vertice dei partiti di maggioranza, Pd, Pdl e Terzo Polo sul tema delle riforme costituzionali ed elettorale. Pier Luigi Bersani, Angelino Alfano e Pier Ferdinando Casini si sono quindi riuniti nell’ufficio assegnato a Silvio Berlusconi, nel corridoio “Corea”: insieme al segretario del Pdl sono entrati anche il vicecapogruppo al Senato, Gaetano Quagliariello e Ignazio La Russa, mentre Bersani è accompagnato da Luciano Violante. Infine con Casini sono entrati Ferdinando Adornato e Italo Bocchino. «Parleremo di lavoro? L’incontro è sulle riforme, poi vediamo…», ha detto il segretario Pd Bersani ai cronisti, deciso a insistere sulla legge elettorale per poter iniziare il prima possibile l’iter della riforma. Inoltre, ai cronisti che gli chiedevano riguardo delle voci che vedono possibile il voto a ottobre, Bersani ha risposto senza mezzi termini: «Io non capisco da dove escano queste stupidaggini. Certamente non da noi». Alla vigilia del vertice aveva invece parlato Pier Ferdinando Casini, durante un dibattito organizzato da Roma InConTra: «Ci vedremo con Alfano e Bersani nei prossimi giorni perché siamo in zona Cesarini in materia di riforme costituzionali. Se vogliamo farle dobbiamo impostarle in Parlamento prima di Pasqua o i tempi tecnici non ci saranno più». Il vertice di oggi tra i partiti di maggioranza arriva dopo l’ultimatum lanciato nei giorni scorsi dal premier Monti che, nel caso in cui il disegno di legge verrà stravolto, si dice pronto a fare un passo indietro: «Se il Paese, attraverso le sue forze sociali e politiche, non si sente pronto a quello che secondo noi è un buon lavoro non chiederemo certo di continuare per arrivare a una certa data», aveva detto il presidente del Consiglio, secondo cui «la riforma del lavoro è equa e incisiva. E per questo, fermo restando che il Parlamento è sovrano, cercheremo di avere un risultato finale, in tempi non troppo lunghi, il più vicino possibile al testo varato dal Consiglio dei ministri». Si dice serena anche Susanna Camusso: «Parto dalla dichiarazione che il presidente aveva fatto nei giorni scorsi, quella della sovranità del Parlamento e del riconoscimento del dialogo, penso che sia fondamentale.
Anche perché tutto possiamo permetterci tranne che non avere il riconoscimento del ruolo legislativo del Parlamento, che non può essere in nessun modo condizionato». Riguardo la riforma del lavoro, ha recentemente parlato anche il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Piero Giarda, sottolineando che il ddl sarà presentato alle Camere «certamente dopo il rientro del presidente Monti» dalla visita in Asia, che avverrà il 2 aprile.