Pdl contro Riccardi. Si fanno agitate le acque all’interno della maggioranza che sostiene il governo tecnico di Mario Monti. Quasi una cinquantina di parlamentari del Pdl hanno infatti chiesto che il ministro della cooperazione internazionale Riccardi rassegni le dimissioni. E’ stato l’ex Guardasigilli Nitto Palma a raccogliere le firme di 45 senatori al fine di presentare una mozione di sfiducia nei confronti del ministro. Il motivo dietro alla richiesta è il commento rilasciato ieri dallo stesso ministro dopo che Alfano si era rifiutato di partecipare al vertice di maggioranza con il capo del governo. E’ uno schifo, lo schifo della politica aveva detto Riccardi dopo che il segretario del Pdl aveva annunciato che non avrebbe partecipato a un vertice dove si parlasse di temi come la giustizia o la Rai. Bersani aveva a sua volta vivacemente protestato contro la decisione e alla fine Monti aveva fatto saltare il vertice stesso. Riccardi ha poi fatto le proprie scuse per la frase usata, ma lo scontro è rimasto aperto, anzi apertissimo, fino ad arrivare all’attuale richiesta di sfiducia nei suoi confronti (“all’indomani di esternazioni del ministro Riccardi a dir poco scomposte e sguaiate, ci sembra  che il ricorso alla mozione individuale di sfiducia nei suoi confronti sia diventato gesto necessario ed urgente” si legge nel testo di sfiducia presentato dai senatori Pdl). In realtà i vertici stessi del Pdl non sono favorevoli a questa richiesta di sfiducia, ma si stanno anzi  operando affinché essa rientri cercando di ricomporre una unità di partito che eviti scontri nella maggioranza a danno della tenuta del governo. Oggi, parlando a Belgrado dove si trova in visita, Mario Monti ha fatto riferimento a queste acque agitate che smuovono la politica italiana mettendo a rischio la continuità del suo governo. Non deve allargarsi lo spread tra i partiti che sostengono la maggioranza, ha detto: “ci sarebbe un prematuro intralcio alle politiche di risanamento di bilancio e al rilancio”. Intanto tornando sul tema del vetrice saltato ieri, Pierlugi Bersani ha fatto sapere che in caso di un prossimo vertice non accetterà che alcuni temi vengano esclusi dalla discussione, siano quelli della giustizia o della Rai.



D’accordo anche il leader del Terzo Polo Casini. Intanto la Camera ha dato il via stamattina alle operazioni di voto sulla fiducia al decreto sulle semplificazioni. Con 479 s’ è stato infatti dato il via libera al voto di fiducia sul decreto.

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