Nonostante le parole al miele pronunciate da Silvio Berlusconi al congresso milanese del Popolo della Libertà su Angelino Alfano («uno che si mangia a colazione, pranzo e cena tutti gli altri segretari») iniziano a emergere i problemi di convivenza tra il Cavaliere e il proprio “delfino”.
L’ex premier all’ultimo ha dovuto infatti annullare la registrazione della puntata di “Porta a Porta” che sarebbe dovuta andare in onda ieri sera, sull’onda delle pressioni di partito che sarebbero arrivate per evitare che il segretario del Pdl venisse messo in ombra.
Ma la reazione di Alfano non si è limitata soltanto agli equilibri interni. Il vertice con il presidente del Consiglio Mario Monti e i leader di Pd e Udc è infatti saltato dopo il suo forfait («Si vuole parlare di Rai e di giustizia. Forse ci eravamo sbagliati nel credere che i problemi degli italiani fossero la crescita, lo sviluppo e l’economia», ha dichiarato).
«I due episodi non sono collegati in modo diretto – spiega a IlSussidiario.net Stefano Zurlo –, ma non c’è dubbio che esistono due questioni parallele che si intersecano: da un lato è in discussione la leadership di Alfano, dall’altro il governo Monti ha la tendenza ad allargarsi anche a temi che teoricamente non dovrebbero essere nella sua agenda, come la giustizia, il disegno di legge anti-corruzione, la Rai e le frequenze televisive».
Partiamo dalla prima, Berlusconi non vuole cedere il comando? «Il Cavaliere ha sempre parlato bene di Angelino Alfano all’interno del suo partito, ma, per come è fatto, è come se parlasse del proprio funerale. Non è facile per lui accettare l’idea di una successione e non è abituato a cedere su nulla, tant’è che sta per tornare a essere anche il presidente del Milan. Parallelamente l’ex premier continua a parlare di Monti come del suo “prosecutore”, come se fosse lui il suo vero “delfino”. E a questo punto nasce un problema? Qual è il destino di Alfano, fare il segretario di Monti? Per questo il nuovo segretario ha voluto lanciare un segnale».
Il rischio per il Popolo della Libertà è che vadano a scontrarsi due visioni? Da un lato quella combattiva di Alfano, dall’altra quella conciliante di Berlusconi che sogna di fare il “padre nobile” di un governo Pdl-Pd-Udc? «Il rischio c’è perché legittimare Monti in questo modo significa immaginare che vada avanti.



Molto dipenderà comunque dalla legge elettorale. Se si torna a una logica da Prima repubblica nulla vieta di candidare Alfano alle elezioni, sapendo però che quando poi si tratta di formare il governo ci si potrà accordare proprio sull’attuale premier. Non a caso si inizia a distinguere tra leadership e premiership. Certo, starei attento a fare piani troppo in là nel tempo». Cosa intende dire? «Qualunque idea può avere un senso, ma non bisogna dimenticarsi che si sta camminando su un campo minato. Dalla Tav, alle amministrative, dagli avvisi di garanzia all’articolo 18. Sono molti i temi che possono far terremotare tutto…».

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