Gli scandali che hanno colpito Margherita e Lega Nord e le accuse infamanti che sono piovute sui rispettivi tesorieri, Lusi e Belsito, riportano in primo piano il tema del finanziamento ai partiti. L’asse di maggioranza, Pd-Pdl-Udc, promette soluzioni condivise e in tempi brevi. IlSussidiario.net ne ha parlato con l’On. Ugo Sposetti, storico tesoriere dei Democratici di Sinistra, fino a al loro scioglimento nel Partito Democratico. «Credo che la politica abbia capito che una reazione è necessaria – spiega Sposetti –. E sono convinto che saprà rispondere. Detto questo, i casi di cui si parla sui giornali hanno a che vedere con le responsabilità dei singoli più che con il male dei partiti. Possiamo cambiare le leggi, ma a volte contro i talebani non bastano nemmeno i caschi blu…».



Secondo lei si sta generalizzando troppo?

Credo che sia normale la fibrillazione dei partiti dopo quello che è successo. Non credo però che sia corretto parlare di “zone grigie”. Dei passi in avanti si possono comunque fare e vedo che i partiti sono già al lavoro.

Secondo lei da dove bisogna partire?

Sono necessari dei paletti più stringenti per quanto riguarda l’approvazione dei bilanci, un controllo più severo da parte della Corte dei conti e maggiore trasparenza con la pubblicazione dei bilanci su internet, sia sui siti delle singole forze politiche, che su quello della Camera. Tutto questo, si può fare tranquillamente in 15 giorni. Dopodiché, una volta passate le elezioni amministrative, bisognerà mettere in cantiere l’attuazione dell’articolo 49 della Costituzione.



Il numero di quelli che vorrebbero però cancellare il finanziamento pubblico ai partiti, anche alla luce del referendum “tradito” del ’93, cresce di giorno in giorno.

A questo riguardo, a mio avviso, basta l’articolo 49. Dopodiché ho presentato una proposta per separare i rimborsi elettorali dal finanziamento della politica, sulla base del sistema tedesco.

Di cosa si tratta?

I partiti non possono ricevere contributi dai privati, ma ottengono un rimborso in base al risultato elettorale ottenuto. Dopodiché ogni partito costituisce una fondazione che ottiene finanziamento sulla base dei suoi progetti.



Non è d’accordo con chi propone un sistema “all’americana” in cui i privati possono finanziare chi vogliono, purché sia alla luce del sole?

No, non sono d’accordo. In Italia abbiamo già avuto un lobbista serio, che ragionava in grande: si chiamava Berlusconi. Chi ne vuole degli altri, si accomodi pure… Non solo, la Costituzione non prevede sistemi simili e comunque in Italia non vedo molti imprenditori interessati a finanziare la politica. Oggi preferiscono finanziare i giornali per combattere i partiti e condizionare la politica.
I partiti si preoccupino piuttosto di recuperare valori, radici, etica e militanza. Magari cercando di autofinanziarsi come fanno le bocciofile e costruendo una nuova classe dirigente senza aspettare che ci pensi il Corriere o la Repubblica.

Da ultimo, come ha reagito quando ha letto quanto viene rinfacciato a Lusi e a Belsito? 

Riguardo alla Lega, da uomo di partito, dico solo che sta reagendo molto bene. Su Lusi, fin dall’inizio, ho deciso di non rispondere a queste domande…

(Carlo Melato) 

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