Dopo gli investimenti a Cipro e in Tanzania, dopo i diamanti e i lingotti d’oro, dopo gli strepiti della vicepresidente del Senato Rosy Mauro, detta “la nera”, e dopo la giornata dell’orgoglio leghista che è finita con il pianto di Umberto Bossi e l’abbraccio con Roberto Maroni, salta fuori un “colpo di coda” che avvelenerà ulteriormente i rapporti interni alla Lega Nord e avrà un suo peso sia nella prossima consultazione amministrativa di maggio, sia nei congressi leghisti (Lombardia e Veneto) dei primi di giugno, che nel congresso generale dei primi di luglio.



Qual è il “colpo di coda”? Il settimanale “Panorama” ha anticipato una notizia clamorosa. In pratica, l’ex tesoriere leghista Francesco Belsito, dimissionato dopo le ultime vicende dei finanziamenti, aveva ordinato un dossier su Roberto Maroni, ex ministro dell’Interno e naturale successore di Bossi alla guida della Lega. Si parla di visure camerali, della proprietà di barche che avrebbe Maroni, di cui una a Portorose in Slovenia. Il tutto condito da un alone di operazioni opache da un punto di vista finanziario.
Maroni non ha solo smentito, ma ha contrattaccato duramente e ha precisato alcune cose: “Avevo un barca che era ancorata a Portorosa in Sicilia. Più che emuli di James Bond, questi signori sembrano Qui, Quo, Qua”. Ma a parte la battuta, Maroni è apparso indignato che nella Lega qualcuno potesse fare un dossier su di lui.



Nell’anticipazione fornita da “Panorama” c’è un passaggio sibillino. Si chiede a Belsito: «Il Senatùr sapeva del dossier?». E Belsito risponde: «Gli ho detto che mi sentivo accerchiato e che stavo cercando di capire alcune cose su Maroni. Se mi ha scoraggiato? In realtà non mi ha detto niente».
Francesco Jori è un bravo giornalista che segue le vicende della Lega Nord, con particolare attenzione per quell’ala veneta che sembra in questo momento la più consolidata e compatta. Jori sostiene di “averne viste tante nella Lega, ma che bisognerà aspettare per vederne ancora”.



Scusi Jori, ma che cosa ne pensa di questo improvviso attacco a Maroni in una sequenza che sembra una bagarre continua e che arriva alla vigilia di appuntamenti importanti:elezioni amministrative, congressi “nazionali” (così li chiamano) e congresso generale?

Penso proprio che ci sia qualcuno che non abbia voglia di lasciare il campo e di arrendersi a una Lega nelle mani di Roberto Maroni. Questa è tutta una vicenda interna alla Lega, un autentico “gioco al massacro” che viene accolto con rabbia dalla base leghista.
In Veneto di tutta questa storia non ne possono più. Proprio in questi giorni, Gian Paolo Gobbo ha detto che in questo modo si sta uccidendo la Lega.

L’impressione è quella di un durissimo regolamento di conti interno alla Lega Nord. Ma francamente, nessuno poteva immaginare che si arrivasse alla creazione di dossier contro persone, anzi contro l’ex ministro dell’Interno e in assoluto il “numero due” del partito.

Non è una novità questo attacco a Roberto Maroni. Non ho visto le anticipazioni di “Panorama”, ma credo di sapere quello di cui si parla. Si vocifera su una barca, penso. Ma le accuse sono molto più ampie e durano da mesi. Se si va sul sito “Velina verde”, che in teoria dovrebbe essere all’estero, si possono leggere da mesi una serie infinita di accuse a Maroni.
Si parla di un cerchio di donne intorno a Maroni e di una “favorita”. Una serie di squallide voci che sono cominciate a circolare dal mese di settembre e ottobre da questo sito che si ispira alla “vera Lega”.

Ma a suo parere chi c’è veramente dietro a questo sito?

Non posso saperlo. Mi dicono alcuni ben informati che “Velina verde” si fa tra Bergamo e Varese. Ma sto riportando delle voci. Lì, da mesi, proprio da quando è cominciata la rissa in casa leghista uno dei bersagli principali è Maroni. Ma per la verità si attacca anche il cosiddetto “cerchio magico”. Insomma un guazzabuglio, che comunque fa filtrare notizie non controllabili e crea confusione.

I veneti, oltre alla rabbia comprensibile dei militanti, che cosa pensano di tutta questa storia?

Che bisogna chiuderla al più presto e non cercare contrapposizioni. Lo stesso governatore del Veneto, Luca Zaia, non vuole sentir parlare di candidature per se stesso. La proposta era stata avanzata da Bossi qualche giorno fa e sembrava mettere Zaia proprio in contrapposizione a Maroni.

Ma come si potrà chiudere tutta questa vicenda con dei contrasti così duri?

Personalmente credo che alla fine Roberto Maroni ce la farà a prendere in mano la Lega. Penso che ce la farà al novanta per cento. Vedo le cose soprattutto dal veneto, ma penso che anche in Lombardia ce la farà. Maroni si è creato una base solida in tutti i centri e gli amministratori leghisti mi sembrano compatti intorno a lui.

Ma tutta questa lunga storia di contrapposizioni interne e tutto quello che sta venendo fuori relativamente ai finanziamenti, quali conseguenze potrà avere sul piano elettorale?

Condivido l’analisi che ha fatto Ilvo Diamanti lunedì scorso. Al momento la Lega è in flessione, tra il 6 e 7 per cento, ma credo che possa in seguito avere un rimbalzo. Bisogna intanto vedere come andranno queste elezioni comunali.  Sul risultato, non credo che i leghisti debbano essere pessimisti.
Sono consultazioni amministrative, dove il sindaco, la persona, conta più del partito e quindi si può dire, penso a Verona con Tosi ad esempio, che gli amministratori leghisti godano ancora di credito e di popolarità. Certo, se ci fosse anche un tracollo elettorale, allora non si può fare alcuna previsione anche sugli assetti interni.

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