E’ ormai un grande tourbillon, un’impennata di illusioni e di ipotesi. E’ questo il quadro della politica italiana, che, con gli stessi personaggi (anche con qualche ripescaggio imbarazzante) si sta già proiettando sul dopo Monti, sul dopo “governo dei tecnici”. Fabrizio D’Esposito, l’analista politico de “Il Fatto”, guarda con attenzione a tutti questi movimenti, anche abbastanza contorti e commenta con competenza, lasciando giustamente il margine a un certa incertezza che può riservare la realtà, quella sociale soprattutto, inserita in una crisi economica e finanziaria senza precedenti.
Scusi D’Esposito, ma che cosa ne pensa di questo annuncio “clamoroso” di Angelino Alfano, di un nuovo movimento, o partito, che dovrebbe vivere senza soldi pubblici e superare il Pdl attuale?
Non ho ben capito la questione relativa ai finanziamenti. Magari nasce un’altra Fondazione. Comunque guardo alla sostanza politica. Che cosa vedo? Noto che Silvio Berlusconi vuole ritornare protagonista, magari non come leader, ma come “padre nobile”. In questo senso, l’annuncio fatto ieri da Alfano, sembra quello di un becchino del Pdl ma anche di se stesso. Mi pare che la prima cosa che si possa dire è che questo Pdl sia affossato e l’operazione l’abbia condotta Berlusconi.
Ma che cosa può avere in testa il Cavaliere?
E’ anche probabile che lui riesca a uscire indenne, insomma cavarsela dall’“affare Ruby” e a questo punto si rimette a fare una grande operazione di marketing politico. Rivernicia un partito o comunque i voti che gestisce, butta tante fische sulla tavola e da un lato propone un nuovo governo Monti, anche dopo la fine della legislatura, con un patto di accordo con il Pd di Pier Luigi Bersani. Nel frattempo cambia nome al partito e magari propone un volto nuovo, sondando uno come Luca Cordero di Montezemolo, che è da tempo in rotta con Pierferdinando Casini.
Forse si comincia a comprendere meglio l’uscita di Berlusconi dal governo, il famoso “passo indietro” di novembre.
Si è gestito la fine di Berlusconi e del berlusconiamo in senso classico, possiamo dire. Il Cavaliere ha comunque lavorato dietro le quinte e ora mira appunto a diventare il “punto di riferimento” di un nuovo movimento o partito che avrà nel nome la parola “Italia”. Come “padre nobile” appunto, suggeritore finale.
Sembra un’operazione di marketing, ma con una “gamba zoppa”, perché il famoso aggancio al centro, la sponda al centro che cercava Berlusconi finora non è riuscito a trovarla. Intanto la Lega non sembra destinata a essere ancora un partner del Cavaliere e soprattutto un partito che possa avare successo.
Concordo sull’analisi del futuro della Lega. Non mi sembra che possa avare un bel destino futuro e sono d’accordo nel fatto che Berlusconi non abbia ancora trovato un appoggio al centro. Lì, chi si è opposto è stato Pier Ferdinando Casini, che ha capito subito che un nuovo accordo con il Cavaliere lo avrebbe messo in una situazione subalterna. Casini ha in mente un altro gioco.
Quale? Quello di questo nuovo partito dopo aver liquidato l’Udc?
A mio avviso ha in mente il Quirinale, punta subito al Quirinale. Anche lui, con il partito sta facendo una operazione di maquillage. In verità, scorrendo la lista dei nomi, dei 27, c’erano alcune situazioni imbarazzanti. Quello che si capisce è che ci sia oggi un nuovo legame con Corrado Passera, ci sia un asse tra Casini e Passera. Nella testa di Casini, lui dovrebbe andare al Quirinale e Passera a Palazzo Chigi.
E Gianfranco Fini, dove è andato a finire?
In questo momento si accoda, ma mi sembra che abbia esaurito tutte le carte che poteva avere a disposizione. E poi Fini quanto conta elettoralmente?
A osservare tutti questi movimenti si ha la sensazione di trovarsi di fronte ad aspirazioni e anche a un po’ illusioni rispetto alla realtà che stiamo vivendo. Chissà in quali condizioni arriva il paese a quelle scadenze, cioè alla fine della legislatura.
Anch’io penso che poi tutti questi cosiddetti protagonisti debbano fare i conti con la realtà.
(Gianluigi Da Rold)