25 aprile, Festa della Liberazione dalle truppe nazifasciste. Anche quest’anno però non sono mancate le polemiche, di diverso tipo e in diversi luoghi d’Italia, nonostante gli appelli del Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. «La festa della liberazione è la festa della riunificazione dell’Italia» aveva detto il Capo dello Stato, aprendo questa giornata di celebrazioni. Non bisogna «dar fiato a qualche demagogo di turno – ha poi aggiunto Napolitano -. La campagna contro i partiti in quanto tali, cominciò prestissimo dopo il del fascismo».
La strada della “riunificazione” sembra però ancora in salita. A Roma, già alla vigilia dei festeggiamenti, erano scoppiati i casi Alemanno e Polverini. Il sindaco della Capitale e il presidente della Regione Lazio, entrambi provenienti dalla storia politica del Movimento Sociale Italiano e protagonisti delle varie evoluzioni della destra italiana sono stati invitati a non partecipare.
«Non è pervenuto nessun invito ufficiale, ne prendo atto senza farne un dramma», ha commentato il sindaco di Roma, presente alla cerimonia della deposizione della corona d’alloro all’Altare della Patria. Più complessa la vicenda Polverini, prima invitata, poi pregata di non partecipare per evitare problemi con alcune frange violente. 
«Nel nostro paese questo giorno non viene mai vissuto come tutti auspichiamo nel segno dell’unità e della democrazia: anche quest’anno è stato impedito di partecipare al corteo dell’Anpi che ci aveva invitato», ha dichiarato la Presidente della Regione Lazio. «L’Anpi avrebbe garantito la sicurezza della presidente Polverini, qualora avesse partecipato al corteo, posizionandosi in testa dove c’eravamo noi a controllare la situazione», ha replicato il presidente dell’Associazione Nazionale Partigiani di Roma, Vito Francesco Polcaro.
Le polemiche però non hanno riguardato solo Roma. A Milano, in Piazza Duomo, l’intervento del presidente della Provincia di Milano, Guido Podestà (Popolo della Libertà) è stato coperto di fischi. Lo stesso è accaduto a Domenico Zambetto, in rappresentanza della Regione Lombardia. 



Nel comune di Sanremo, il sindaco Maurizio Zoccarato (Pdl) è stato invece fischiato dai militanti di Sel e del Partito Comunista dei Lavoratori mentre deponeva una corona di fiori ai giardini Caduti di Nassiriya perché “la deviazione del percorso del corteo non era stata concordata”.
A Cagliari il Coordinamento antifascista ha deciso invece di presidiare lo spazio davanti al Monumento ai Caduti che nel pomeriggio dovrebbe veder passare una manifestazione organizzata per ricordare i caduti della Repubblica di Salò. 
La tensione è alta in città, per il pericolo di scontri. La questura e la Digos sono all’opera per evitare che la situazione degeneri. 

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