Francesco Belsito si è dimesso da tesoriere del Carroccio dopo una giornata convulsa e la richiesta di un passo indietro che era arrivata direttamente da Roberto Maroni. Le accuse mosse dal procuratore Alfredo Robledo, dai pm Roberto Pellicano e Antonio Filippini sono di truffa ai danni dello Stato, riciclaggio e appropriazione indebita. Secondo la Procura di Milano, sarebbero inoltre stati “distratti soldi pubblici”, “per sostenere i costi della famiglia Bossi”. Come scrive il sito di Rainews24, i soldi dei rimborsi elettorali sarebbero stati destinati da Belsito ai figli di Umberto Bossi e a Rosi Mauro, stretta collaboratrice del leader della Lega e vicepresidente del Senato. Questi ultimi li avrebbero utilizzati per viaggi, cene e alberghi.
Nel decreto di perquisizione relativo alla sede del Carroccio in via Bellerio, i magistrati della Procura sottolineano che “tali atti di disposizione in ipotesi non riconducibili agli interessi del partito e contrari ai suoi vincoli statutari, hanno carattere appropriativo”. Sotto accusa in particolare il rendiconto 2010, nel quale sono inseriti 18 milioni di euro in rimborsi elettorali. Secondo i pm, “il rendiconto della Lega, così come emerge dalla nota del Noe, è inveritiero, posto che non dà conto della reale natura delle uscite, come non dà conto della gestione in nero (sia in entrata sia in uscita) di parte delle risorse affluite alla cassa del partito”. Insieme a Belsito sono indagate anche altre due persone: Paolo Scala e Stefano Bonet.
Il procuratore capo, Edmondo Bruti Liberati, ha pubblicato un comunicato in cui si afferma che l’inchiesta è coordinata da tre Procure, rispettivamente di Milano, Napoli e Reggio Calabria. Il commento trapelato in Procura è che “per il momento, questo non è il nuovo caso Lusi”. La Lega nord risulterebbe parte offesa soltanto per il reato di appropriazione indebita. Mentre per quanto riguarda quello di truffa gli inquirenti puntano a scoprire a che cosa siano serviti i rimborsi elettorali del partito. Dopo la perquisizione della sua casa a Genova, Belsito ha dichiarato: “Mi fanno la contestazione di finanziamento illecito ai partiti. Io sono tranquillo”.
E ha aggiunto Belsito: “Per quanto riguarda gli investimenti in Tanzania, dopo la bufera mediatica abbiamo fatto rientrare i fondi. Dunque il caso è già chiuso”. Mentre Maroni ha osservato che le perquisizioni in via Bellerio rappresentano “il momento da cogliere per fare pulizia”.