Silvio Berlusconi e Gianfranco Fini tornano a beccarsi, anche se a distanza. Non accadeva da mesi, ma non è certo una novità della politica italiana.
Lo scontro tra cofondatori del Popolo della Libertà, protagonisti di una lunga stagione alla guida del centrodestra italiano, in questi anni è stato infatti sulle prime pagine dei giornali per molto tempo, fino, in pratica, alla caduta del governo Berlusconi. Una polemica in cui finirono per sovrapporsi motivazioni politiche e personali, gelosie e rancori, in una miscela esplosiva che culminò nella Direzione nazionale del 22 aprile 2010. Quella del famoso “che fai? mi cacci?”, pronunciato dall’ex leader di Alleanza Nazionale, che diede il via alla scissione del Pdl e alla nascita di Futuro e Libertà. A quello seguì la lunga agonia del governo Berlusconi, tenuto in piedi dalla compagine dei “Responsabili”, fino a quando la crisi e il fantasma dello spread non costrinsero il Cavaliere a mollare, favorendo l’avvento dei tecnici guidati da Mario Monti e benedetti dal Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano.
«Senza lo strappo di Fini e la diaspora di Fli a quest’ora noi saremmo ancora a Palazzo Chigi», avrebbe dichiarato oggi l’ex premier, durante il suo intervento all’ufficio di presidenza del Pdl a Palazzo Grazioli. Una riunione che, tra l’altro, avrebbe dovuto sanare proprio le fratture e le tensioni interne alle due anime del partito, ex forzisti ed ex aennini. La frase non è però riuscita a rimanere tra le mura della riunione pidiellina e, grazie ad alcuni presenti, è stata rilanciata dalle agenzie.
La replica del Presidente della Camera, Gianfranco Fini, non si è fatta attendere. Attraverso twitter, il leader di Futuro e Libertà ha infatti rilasciato questa dichiarazione: «Ringrazio Berlusconi per il merito che mi ha riconosciuto. Se fossi stato zitto e buono lui sarebbe ancora premier. E l’Italia sarebbe alla bancarotta». Una stoccata al Cavaliere che Fli ha affiancato all’annuncio per domani di una conferenza stampa per illustrare una serie di iniziative contro la corruzione e per la trasparenza e la legalità dei partiti, nel giorno in cui Carabinieri e Fiamme gialle hanno perquisito il quartier generale
Della Lega Nord in via Bellerio a Milano, indagando sul tesoriere, Francesco Belsito.
Gli avversari di Fini, non sono però soltanto nel Pdl, e così la prima controreplica al delfino di Almirante è arrivata da destra. «L’annuncio di Fini per iniziative di trasparenza e legalità all’interno dei partiti non ci lascia indifferenti – ha commentato infatti Francesco Storace -. Magari è la volta buona che restituisce la casa di Montecarlo ai legittimi proprietari».