Il bilancio dei partiti nel mirino del governo, dopo gli scandali dei tesorieri della Lega e della Margherita che hanno provocato un terremoto politico con le dimisisoni del leader Umberto Bossi. ma soprattutto inquietato la cittadinanza. Scandali che riportano in primo piano l’uso dei soldi pubblici soprattutto e la trasparenza di chi opera in tali partiti curandone gli incassi e i bilanci. Si pensa dunque alla costituzione di una autorità che certifichi appunto la trasparenza dei bilanci dei partiti. Si sta infatti muovendo il ministro della giustizia, il guardasigilli Paola Severino, che aveva in un primo momento pensato a un decreto legge ad hoc, idea però subito tramontata. Il tutto legato anche al dibattito sulla legge anti corruzione richiesta a gran voce da più partiti. Sono gli stessi partiti a chiedere che si faccia qualcosa: il più attivo in questo senso è il segretario del Pd Bersani che ha inviato una lettera ai suoi colleghi della maggioranza Casini e Alfano. Ci vuole subito una legge sulla trasparenza ha scritto e ne elenca i punti fondamentali. Casini risponde di essere d’accordo e di passare subito ai fatti. Qualcuno ricorda che già nel marzo 2010 l’allora guardasigilli e oggi segretario del Pdl Alfano propose un ddl anti corruzione dopo gli scandali legati alla ricostruzione dell’Aquila. Interviene a sua volta il ministro Severino dichiarandosi ottimista si possa giungere a un accordo. Ha infatti promesso che per il 17 aprile verranno presentate a Montecitorio le norme: ecco quanto dovrebbero contenere secondo indiscrezioni. Introdotti i reati di corruzione privata e di traffico di influenze, si potrà intervenire sulle transazioni di importo significativo; aumento delle pene massime dei reati di corruzione già esistenti, in tal modo ci sarà prescrizione più lunga;  intervento sul reato di concussione in modo da garantire che venga incriminata la vittima che si è resa partecipe del delitto; non è previsto nulla però sul falso in bilancio e sull’autoriciclaggio. Allo stesso tempo viene negata la possibilità di far intervenire la Corte dei conti nella verifica die bilanci die partiti. Si tratta di enti di natura privata e dunque tale controllo non è possibile. 



Bisognerebbe infatti cambiare l’articolo 49 della Costituzione che dice che tutti i cittadini hanno diritto ad associarsi liberamente in partiti. La strada dell’autorità sembra dunque l’unica percorribile. 

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