Di norma, la sinistra è particolarmente esposta e sensibile alla pressioni di quei settori della società che chiedono l’equiparazione dei matrimoni omosessuali a quelli etero. La variegata composizione del Pd, ove convivono un’anima progressista e una popolare, una sinistra e un centro di provenienza comunista e cattolica, facilmente conferisce alla questione le connotazioni del conflitto. A stento ricomponibile nelle classiche dinamiche di partito, trattandosi di un elemento che discrimina opposte visioni del mondo. Come leggere, allora, le recenti dichiarazioni di Bersani? Che, intervistato dall’Unità, ha detto: «Una regolazione moderna delle convivenze stabili tra omosessuali è un elemento di civismo, che un governo deve affrontare. È chiaro che se la questione non verrà risolta da questo governo toccherà a noi farlo». Poi, ha aggiunto: «terrei fuori dal dibattito la parola matrimonio, che da noi comporta una discussione di natura costituzionale, al contrario di altri Paesi. Tuttavia dobbiamo dare dignità e presidio giuridico alle convivenze stabili tra omosessuali perché il tema non può essere lasciato al far west». Lo abbiamo chiesto a Beppe Fioroni, leader dell’area popolare del Pd.



Intanto, qual è la sua posizione sul dibattito relativo alla regolamentazione delle coppie omosessuali?

Va premesso che, di fronte alla crisi che sta devastando le famiglie e le piccole e medie imprese, alla carenza di lavoro e alla difficoltà a rispondere alle esigenze dei cittadini con un welfare adeguato, la priorità della politica è quella di trovare le risorse necessarie per le politiche familiari. Attenzione: per le famiglie che già esistono. Riconoscendo e favorendo il ruolo di “ammortizzatore” sociale (basti pensare agli anziani non autosufficienti o ai giovani senza lavoro) che stanno ricoprendo in questa fase così difficile e la loro funzione educativa.  



Quindi?

Il peggior alibi per non concentrarsi nel reperire tali risorse consiste nel disquisire sulle varie tipologie di famiglia. Un atteggiamento frutto della crisi valoriale su cui poggia la stessa crisi economica. Quando non ci sono più un bene e un male oggettivo, e gli unici punti di rifermento sono ciò che piace o non piace, diventa difficile trovare un indirizzo comune. E alcuni preferiscono dedicarsi a battaglie secondarie. Legittime, per carità. Ma che andrebbero intraprese solo dopo aver risolto alcune emergenze.

Quali?

I giovani devono avere la certezza che fare dei figli o avere una casa non è un lusso, ma un diritto; una coppia anziana deve avere la certezza di poter pagare le bollette e le medicine; una famiglia monoreddito deve poter arrivare a fine mese o mandare i figli all’università.



Ci dica la sua posizione sui matrimoni gay

Come è noto, personalmente, sono contrario ad ogni forma di matrimonio gay, come alle adozioni gay; ma disponibile al riconoscimento ai loro diritti, sancibili da modifiche al Codice di Diritto civile. Quando ad esempio, in una coppia di fatto, uno dei due si trova in ospedale, l’altro deve poter godere del diritto ad essere avvertito dall’istituzione sanitaria.

Bersani sembra spingersi oltre

Sono convinto del fatto che sia sulle mie stesse posizioni.

Eppure non si direbbe…

Credo di conoscere bene le sue posizioni. Tant’è vero che alcuni, nel Pd, tra cui il senatore Marino, gli hanno rinfacciato di non aver avuto il coraggio di dirsi favorevole ai matrimoni omosessuali.

E lui è sfavorevole?

Posso assicurarle che Bersani non ha parlato, in quell’intervista, di matrimoni gay per il semplice fatto che non li condivide. Così come non ha parlato di adozioni da parte dei gay. D’altro canto, in politica, ancora più che altrove, credo che ciò che più conti sia il fattore umano. In tal senso, la storia personale del segretario parla chiaro.

Una recente sentenza della Cassazione invitava il legislatore a trovare forme giuridiche per conferire alle unioni gay la stessa dignità del matrimonio. Alla luce di ciò, non crede che porre la questione dei diritti delle coppie omosessuali da parte di chi aspira alla presidenza del Consiglio non possa avere altro esito che l’equiparazione?

Io e Bersani rispettiamo la Cassazione. Ma, secondo il giusto ordine gerarchico, ancora di più  la Costituzione del nostro Paese.

Non teme, quindi, un operazione alla Obama?

In realtà, mi auguro che il mio partito non faccia mai la stessa operazione del centrodestra. Che per 20 anni ha sbandierato valori senza aver mai lasciato nel Paese traccia di serie politiche familiari. 

Se il Pd andasse al governo e varasse una forma di equiparazione, lei cosa farebbe?

Il mio partito è già stato al governo. Tutto quello che sarebbe dovuto accadere secondo la pubblicistica in materia è stato smentito dai fatti. 

 

(Paolo Nessi)