Da quando Pier Ferdinando Casini ha “archiviato” l’esperienza del Terzo Polo, dopo il primo turno delle amministrative, il dibattito sulla nascita di una nuova “casa dei Moderati” che possa tornare a unire Pdl e Udc si è riacceso. L’On. Rocco Buttiglione, su queste colonne, ha illustrato i passi da compiere a partire dalla convinzione che questi due partiti «rappresentano la stessa area sociale e hanno gli stessi riferimenti valoriali». IlSussidiario.net ne ha discusso con l’On. Gianfranco Rotondi, anima centrista del Popolo della Libertà.



Onorevole, la discussione in corso può portare secondo lei a qualcosa di innovativo o si tratta soltanto di un caso giornalistico?

Non parlerei di “innovazione” perché Berlusconi è sulla scena da un ventennio e Casini addirittura da prima. Sono leader uniti da molte virtù, ma non da quella della novità.
Detto questo, il dialogo non si è mai interrotto, com’è naturale tra leader che appartengono alla stessa famiglia politica europea.



C’è chi parla di fusione, chi di un contenitore più ampio. Qual è la sua ricetta?

La mia ricetta è moderna e antica: rifare un partito di massa di ispirazione cristiana con innesti laici di cui sia il Pdl che l’Udc sono già dotati.
La ricomposizione di cui stiamo parlando avrebbe potuto andare in porto già nel 2008 se Fini non avesse dato retta a Casini e non fosse entrato subito nel Popolo della libertà. Si sarebbe potuti partire infatti con una federazione che tenesse l’Udc legato al centrodestra. Dopodiché il partito unico sarebbe stata una conseguenza naturale e accettata da tutti.



La federazione tra partiti diversi resta quindi la strada più semplice?

Direi proprio di sì. Casini pensa a una forza politica nuova, ma noi non abbiamo fretta di sciogliere un partito che abbiamo voluto e che oggi riceve dalla base una legittimazione molto ampia attraverso i congressi.
Non parlerei comunque di “Moderati”, ma di “Federazione dei popolari europei”. Una prospettiva che si può realizzare in tempi rapidi.
 
Il veto sui centristi sulla figura di Silvio Berlusconi è ancora valido?

Guardi, i veti in politica hanno sempre travolto chi li mette, non chi li riceve. Casini lo sa bene e quando uscirà dalla tattica inizierà a parlare di politica. Non di queste cose.

E chi potrebbe essere il leader di questa federazione? 

Berlusconi non brucia le carte su cui punta. Se ha messo in campo Alfano è per portarlo alla vittoria. Sono sicuro che sarà lui il leader di quest’area il prossimo presidente del Consiglio.

All’interno di questo progetto politico c’è spazio anche per la Lega Nord?

La federazione che ho in mente deve funzionare come un partito. Non credo che i leghisti possano essere interessati a un’ipotesi di questo tipo. 
Detto questo, tanti governi hanno visto Casini e Bossi votare allo stesso modo. Per cui potrebbe bastare un accordo esterno. Della serie “niente di nuovo sotto il sole”…

Possiamo dire che la politica italiana sta tornando ai vecchi schemi: una riedizione della casa della libertà da una parte, la foto di Vasto dall’altra?

Sta tornando la consapevolezza che il bipolarismo salva il sistema. Chi si era illuso della medicina del proporzionale deve fare i conti con risultati delle amministrative, che secondo alcuni ci portano verso la Grecia, ma che io temo ci conducano in Germania, quella di Weimar… 

Due poli antichi, ma con un outsider nuovo e pesante come Beppe Grillo.  

Vede, il Movimento 5 Stelle non è antipolitica, è una politica forte, che non si farà domare da nessuna legge elettorale. È una forza su cui dovremo fare i conti anche in futuro, senza averne necessariamente paura. Se fossi di Parma, ad esempio, al ballottaggio voterei sicuramente il candidato grillino. 

Lei ha parlato di legge elettorale. La cambierete o si voterà di nuovo con il Porcellum, magari parzialmente corretto?

Per scaramanzia non mi occupo di queste cose. Tutti quelli che negli anni si sono riproposti di riformarla, infatti, sono stati i primi a non essere rieletti…

(Carlo Melato)