Ezio Stefàno, rieletto per la seconda volta come sindaco di Taranto, sembra uscire da un film western o da uno di gangster. E’ la foto che lo ritrae e che sta facendo il giro della Rete a suggerire tali immagini. Una foto che ha provocato polemiche e accuse molto accese tra gli utenti di Internet che hanno postato commenti alquanto arrabbiati. La foto in questione ritrae il neo eletto sindaco della città pugliese intento a festeggiare la vittoria elettorale per le strade della sua città. Nella foto si vede chiaramente una pistola infilata nella cintura del primo cittadino. Il sindaco si trova davanti alla sede del suo movimento politico circondato da giornalisti e simpatizzanti: ha dichiarato in seguito che era passato di lì per invitare i suoi sostenitori  a non festeggiare visto il tragico attentato di Brindisi (era successo da poco). Però si è ugualmente lasciato andare a gesti di giubilo, alzando al cielo le braccia e mostrando quindi la pistola infilata nella fondina nella cintura dei pantaloni. Una immagine forte che lui ha prontamente difeso dicendo di avere regolare porto d’armi da trent’anni. Ha poi aggiunto di andare in giro con l’arma perché ha rinunciato alla scorta ed essendo stato minacciato in passato in qualche modo deve pur difendersi. In passato un altro sindaco, Giancarlo Cito, sempre a Taranto si era fatto vedere davanti a fotografi e telecamere con una pistola. Oggi Cito si trova in galera per diverse condanne passate in giudicato), ma Stefàno non accetta di essere paragonato a lui. Ha infatti detto: «Non c’è da far paragoni tra me e Cito Io ho una pistola soltanto per difendermi. Sono stato minacciato, anche di recente, perché rinunciassi a correre per la riconferma a sindaco, ma non mi sono fatto intimorire. Io non ho mai fatto del male a nessuno. Né ho mai inteso farlo. Ma avendo rinunciato alla scorta, avrò almeno il diritto di difendermi?». Intanto le polemiche continuano: un sindaco deve farsi vedere per la strada con la pistola nei pantaloni?



Vero nome Ippazio abbreviato in Ezio, è medico chirurgo e per molti anni ha partecipato a missioni estere tra cui in Africa. Ha cominciato la sua attività politica nel disciolto Partito comunista.

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