Italiafutura, il think tank fondato tre anni or sono da Luca Cordero di Montezemolo, potrebbe presentarsi alle prossime elezioni politiche. Come scrive anche La Repubblica, potrebbe trattarsi di una lista trasversale, riformista e liberale, che potrebbe approfittare dell’emorragia di consensi accusata dal centrodestra e confermata dalle recenti elezioni amministrative. Il progetto di Montezemolo potrebbe quindi presto vedere la luce, accelerato dagli esiti dei ballottaggi e da una presenza in tutte le regioni che si sta facendo via via più consistente. Del resto lo stesso presidente della Ferrari aveva fatto sapere nella recente lettera inviata al Corriere della Sera, che «se Italiafutura deciderà di presentarsi alle elezioni 2013, lo farà rispettando i propri valori e le aspettative di autentico rinnovamento di chi vi ha preso parte. Non siamo interessati ad alleanza gattopardesche».  Come ha spiegato Montezemolo, «Italiafutura non è un partito, bensì un’associazione che interviene nel dibattito politico con analisi e proposte. Dare spazio e diritto di tribuna a idee e persone nuove: questo è dal primo giorno e ancora oggi il nostro obiettivo e il cuore della nostra attività». Quindi ecco che «Italiafutura potrebbe anche diventare nei prossimi mesi un movimento politico a tutti gli effetti e presentarsi alle elezioni del 2013 – fa sapere Montezemolo -. Questa svolta la discuteremo insieme alle tante persone che sono parte attiva dell’associazione e che dovrebbero fare la scelta, non facile, di mettersi in gioco intraprendendo un nuovo percorso di vita. In quella sede discuteremo anche di leadership». Non è infatti chiaro, come scrive anche La Repubblica se sarà Montezemolo a guidare la lista, perché potrebbe anche scegliere di mandare avanti un altro candidato per dimostrare uno svecchiamento della classe dirigente. «Non ho mai pensato – scrive ancora Montezemolo al Corriere della Sera – che un mio eventuale ingresso in politica possa fare alcuna significativa differenza per il Paese. La situazione dell’Italia è tale da richiedere il passo in avanti di una nuova classe dirigente e forse di una nuova generazione (visto il disastro combinato dalla nostra), non di questo o di quel presunto superuomo». 



Ancora una volta, quindi, fa sapere di non essere interessato «ad alleanze gattopardesche né a fare da paravento a operazioni di finto rinnovamento che siano ispirate alla filosofia del “tutto cambi affinché niente cambi”. Anche per questo nei giorni scorsi, abbiamo tenuto a smentire, in maniera netta e categorica, che vi siano in corso colloqui con questo o quel partito. Ciò non vuol dire mantenere “tutto sul vago”. Sappiamo con certezza in quale campo ideale militiamo».

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