Che fine ha fatto il Pdl? La domanda vaga senza risposta, dopo una tornata elettorale che ha fatto registrare risultati da incubo per i dirigenti della balena azzurra. Il partito di Silvio Berlusconi nella maggior parte dei casi non è nemmeno arrivato al ballottaggio e in alcuni comuni è risultato addirittura sesto, con percentuali di poco superiori al 4%.
Non resta che attendere la “novità epocale” annunciata dal segretario del Popolo della Libertà, Angelino Alfano, anche se l’aria che tira, a giudicare dalle dichiarazioni rilasciate dallo stesso Berlusconi mercoledì, non è certo quella dei tempi d’oro.
«A questo punto non saprei proprio cosa ci si possa inventare – commenta Vittorio Feltri, fondatore di Libero e oggi editorialista de Il Giornale –. La crisi del Pdl è profonda, anche se le altre forze politiche non se la passano molto meglio. Spero che i partiti, così farraginosi e ottocenteschi, abbiano capito che se continuano così rischiano l’estinzione. La gente non ne vuol più sentir parlare. Non si fida più e l’ha dimostrato mandandogli molti segnali, a cominciare dall’astensione. Non a caso l’unico vincitore è stato Beppe Grillo».
Come si spiega questo successo?
La sua è stata l’unica vera novità. Ha presentato facce nuove e un modo diverso di comunicare, con un linguaggio più vicino alla gente. I cittadini l’hanno premiato, anche perché pur di non affidarsi alle vecchie soluzioni, voterebbero qualsiasi cosa.
Inutile che i segretari dei partiti tradizionali si mettano a litigare per capire chi ha perso un pochino di meno, quello che servirebbe è una rifondazione…
Parlando del Pdl, anche Berlusconi sembra escludere nuovi “predellini” e “discese in campo”.
La cosa non mi stupisce. Bisogna prendere atto che si è chiusa un’epoca. Per il resto, era stata annunciata un’idea nuova, da presentare dopo il voto. Continuiamo ad attenderla. Per ora non si capisce cosa abbiano in mente, devo però confessare che conoscendo l’ambiente non mi aspetto nulla di sconvolgente o comunque in grado di cambiare le cose.
C’è chi ha invitato il Pdl ad azzerare tutti i vertici, qualcuno dice invece che andrebbe sciolto per costruire una sorta di “Casa dei moderati”.
Vede, si può sciogliere tutto quello che si vuole. Prima però bisognerebbe avere in testa cosa si vuol ricostruire. Non mi pare di aver ancora sentito idee brillanti in questo senso. Tutti dicono che la situazione è grave, ma la realtà è che nessuno ha la minima idea di cosa fare.
Nemmeno Alfano?
Non prendiamocela con Angelino Alfano, sarebbe ingeneroso. Bisogna riconoscere che gli è stato affidato un partito già in piena crisi. Probabilmente se le cose non fossero state così Berlusconi non gliel’avrebbe nemmeno dato.
Oggi il segretario del Pdl sembra alle prese con l’organizzazione di un funerale, ma il morto non è di certo colpa sua.
Da tempo ormai la stampa tiene d’occhio Luca Cordero di Montezemolo, per ora sempre fermo alle griglie di partenza.
Non ha ancora fatto niente, quindi è difficile dare un parere. Quando sposerà la politica, fonderà un partito e avrà un programma lo valuteremo. Nessuno ha capito infatti se vuol davvero scendere in campo, con quali forze e, soprattutto, per fare cosa…
Passando ai guai del Carroccio, secondo lei la “nuova Lega” di Maroni potrà tornare a essere un alleato per il Pdl?
Sinceramente credo che sia molto difficile. Non solo, mi aspetto una scissione interna, portata avanti dai veneti. La Lega veneta ha infatti voglia di camminare per conto suo, non ha avuto scandali e ha ottenuto buoni successi elettorali. Tanto è vero che Tosi ha dovuto lottare per imporre la sua lista, rischiando addirittura di essere espulso.
La Lega lombarda e quella piemontese rischiano di essere solo un peso, Maroni compreso.
In questo quadro, come si mette il cammino di Monti da qui al 2013?
Per ora gli italiani hanno visto sventolare minacciose le forbici, senza che ci siano stati veri tagli. Solo tasse. Questo ha creato disorientamento tra gli elettori, soprattutto quelli di centrodestra, che avevano sentito discorsi completamente diversi. A questo punto il governo completerà la legislatura, ma si arriverà alla scadenza senza che i partiti abbiano cambiato la legge elettorale. Il fatto è che se non ci mettono mano, non riesco a immaginarmi qualcosa di molto diverso rispetto a un gran “casino”.
Se i partiti non si rifondano Grillo può arrivare anche al 30%. Dopodiché mi piacerebbe sapere cosa potrebbe farsene di un risultato simile all’interno di un sistema che non funziona.
Direttore, ma se dovesse sentire Berlusconi in questi giorni che consiglio gli darebbe?
Gli darei la mia opinione, del tutto personale. Lascia perdere, visto e considerato che non si riesce a cambiare niente. Tirati fuori dal mucchio e lascia andare la politica per la sua strada.
D’altra parte, può sempre mettersi alla finestra e dare un’occhiata…
(Carlo Melato)