Sette deputati del Partito Democratico attaccano il ministro del Lavoro Elsa Fornero in una durissima lettera inviata al presidente del Consiglio Mario Monti. Nonostante venga confermata piena fiducia e lealtà nei confronti dell’azione di governo, si chiede un rapido e deciso intervento dopo il recente scontro del ministro con l’Inps, colpevole a suo giudizio di aver fornito numeri errati (oltre 390 mila) sui cosiddetti esodati. Mentre Lega e Italia dei Valori hanno già depositato alla Camera la mozione di sfiducia nei confronti della Fornero, i sette deputati del Pd Stefano Esposito, Antonio Boccuzzi, Giacomo Portas, Giorgio Merlo, Dario Ginefra, Ivano Miglioli e Daniele Marantelli chiedono che il premier intervenga al più presto “nei confronti degli atteggiamenti non più tollerabili (e non certo da oggi) del Ministro Elsa Fornero”. A suo tempo, si legge ancora nella missiva, “avevamo fatto presente come il dato inizialmente annunciato attraverso il decreto del Governo – di 65mila “esodati” – non fosse credibile […] senza mai venire ascoltati, e ora ecco che assistiamo a un Ministro che mette sul banco degli imputati l’Inps, anziché cercare, con umiltà, di dare risposte a quanti si ritrovano senza stipendio, senza ammortizzatori sociali e senza pensione”. In una situazione normale, annunciano i deputati, “ci saremmo già fatti promotori di una mozione di sfiducia individuale nei confronti del Ministro. Non lo facciamo in attesa di un suo segnale. Non lo facciamo in nome del principio di responsabilità nei confronti del Paese”. IlSussidiario.net ha quindi contattato l’on. Daniele Marantelli, uno dei sette firmatari della lettera inviata oggi a Monti.



Quali sono le maggiori responsabilità del ministro Fornero?

Innanzitutto quella di non tener conto delle persone in carne ed ossa. Credo che non sia assolutamente saggio governare con responsabilità importanti come quelle del ministro Fornero sottovalutando il fatto che ci sono centinaia di migliaia di persone che hanno perso il lavoro, non sono nelle condizioni di trovarne un altro e non hanno alcuna pensione o strumento di accompagnamento.



Questo vi ha quindi portato a inviare la lettera al premier Monti.

Da molto tempo chiediamo risposte sul tema degli esodati ma fino ad oggi non ne abbiamo ricevuta nessuna. A questo si aggiunge inoltre, come a noi è parso, un atteggiamento di arroganza da parte del ministro che francamente ci è sembrato eccessivo. Abbiamo quindi ritenuto necessario inviare questa missiva al presidente del Consiglio affinché ponga fine a una situazione già di per sé difficile e ad atteggiamenti inutilmente arroganti che non credo aiutino a risolvere i problemi che riguardano migliaia di persone, nella crisi economico-finanziaria più grave che il Paese abbia conosciuto da sessant’anni a questa parte.



Cosa vi aspettate adesso da Monti?

Ci aspettiamo che con la sua esperienza e la capacità di saper vedere tutti i rischi che non solo il nostro paese ma l’Europa intera sta correndo, si impegni a far sì che siano prima di tutti i membri del suo governo a dar prova di responsabilità. Monti chiede giustamente alle forze politiche un senso di responsabilità che, per quanto riguarda il sottoscritto e gli altri deputati che hanno firmato questa lettera, c’è sempre stata.  

In che modo?

Votando anche provvedimenti che non ci convincevano del tutto, ma sostenuti perché sapevamo e sappiamo qual è il rischio che sta correndo il nostro Paese. Di fronte a una situazione del genere ci vuole quel qualcosa in più soprattutto da parte di un ministro che ha a che fare con una materia delicatissima come quella del mercato del lavoro, probabilmente la questione più importante che assilla milioni di famiglie italiane. Abbiamo posto un’esigenza e attendiamo che da parte di Monti arrivi un’azione che a riguardo possa far cambiare rotta a uno dei ministri più importanti del governo.

Cosa ritiene avrebbe dovuto fare la Fornero per non incorrere in tutte queste polemiche?

Voglio innanzitutto ricordare che il ministro Fornero ha un potere non irrilevante anche sulla stessa Inps, quindi credo che in questi casi bisognerebbe semplicemente fare la cosa più consigliabile, vale a dire fornire al Paese in maniera trasparente i dati per quelli che sono.

 

Quindi un numero molto più alto di quello annunciato…

Era del tutto evidente che la stima di 65 mila lavoratori fosse nettamente insufficiente, come hanno anche sempre confermato tutti i sindacati. Un ministro non dovrebbe reagire in maniera stizzita di fronte alle cifre fornite dall’Inps, ma comunicarli in maniera trasparente per affrontare con realismo una condizione che riguarda il futuro di centinaia di migliaia di persone e delle loro famiglie.

 

Nella lettera avete però specificato che “per senso di responsabilità” non voterete la mozione di sfiducia depositata da Lega e Idv. Come mai?

In un momento come questo l’ultima cosa che vogliamo è introdurre elementi di tensione che possano arrivare al punto di spingere il Parlamento a sfiduciare un ministro. E’ necessario però dire che obiettivamente l’atteggiamento del ministro del Lavoro in questi mesi non ci è parso assolutamente adeguato e immagino che se si fosse comportato in maniera diversa non saremmo arrivati a questo punto e probabilmente anche il tema riguardante gli esodati avrebbe certamente assunto un carattere meno traumatico.

 

(Claudio Perlini)