La Fornero tiene la posizione. E non arretra di un millimetro nonostante la posta in gioco pare decisamente alta. Nell’informativa alla Camera, infatti, ha ridetto le stesse identiche cose di ieri, al Senato. Ovvero, che ci sono, oltre ai 65mila già individuati, altri 55mila lavoratori esodati. E che anche per costoro, nonostante la cosa comporterà un livellamento delle prestazioni sociali erogate in qualche altro settore, si individueranno le coperture necessarie per la salvaguardia. Tuttavia, ha ribadito che i numeri dell’Inps che parlano di 390.200 lavoratori interessati, sono fuorvianti. Quindi, non saranno individuata deroghe eccedenti la platea da lei identificata. I partiti non l’hanno persa bene. Le contestazioni più dure sono giunte dalla Lega, che ha chiesto al ministro di auto-esodarsi. Pare che Pd e Pdl non ci siano andati giù in maniera più leggera. E che l’abbiano messa di fronte ad un aut aut. Giuliano Cazzola, vicepresidente della Commissione Lavoro della Camera ci spiega come siano andate effettivamente le cose. «L’orientamento politico generale, seppur fortemente contrastato, è quello di votare la riforma del mercato del lavoro entro il 28 giugno. Tuttavia, assieme al Pd, abbiamo chiesto al ministro di impegnarsi su alcuni fronti». I due partiti principali che sostengono la maggioranza, hanno avanzato richieste diverse e complementari: «Noi abbiamo chiesto maggiore chiarezza e garanzie rispetto alla questione della flessibilità in entrata, fortemente contestata, per come è stata strutturata, da Confindustria e sulla detassazione fiscale sulla parte di salario legata alla produttività; il Pd, invece, ha sottolineato la questione degli ammortizzatori sociali e quella degli esodati».Si è detto che le richieste siano state presentata con i toni dell’ultimatum. Ovvero, che se le ipotesi suggerite dai partiti non saranno accolte dalla Fornero, la riforma potrebbe non vedere la luce. Si è insistito, in particolare, sul fatto che, laddove la Fornero dovesse persistere nel suo atteggiamento di chiusura, il banco, obbligatoriamente, salterebbe e il provvedimento non riceverebbe la fiducia. «



«Non sarei così drastico – dice Cazzola -: certo, questa sera ci saranno le riunioni dei gruppi parlamentari che discuteranno dei vari provvedimenti e della linea da adottare. Ovviamente, in questi incontri può accadere di tutto. Non si può stabilire con certezza quali saranno le decisioni assunte. Sta di fatto che l’orientamento prevalente resta ancora quello di dare al governo il sostegno necessario per varare la riforma in tempo utile da essere presentata in Europa entro i tempi stabiliti. Nonostante tutti i malumori che sta provocando». Nel dettaglio, tutto è rimandato a domani: «Domattina, invece, si terrà in Parlamento la riunione dei capigruppo dove si stabilirà il calendario dei lavori». 

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