L’esercizio d’interpretazione della psiche berlusconiana è arduo. Velleitario, quasi. Sulle questioni più svariate ha l’abitudine di diffondere un numero imprecisato di versioni discordanti circa le sue prese di posizione. Per poi smentirsi. E questo non aiuta. Di recente, ad esempio, è circolata l’ipotesi suggestiva secondo la quale, in un documento riservato ai fedelissimi, si prevedeva di azzerare i vertici del Pdl, scompaginarlo in mille liste di categoria precedute dal suffisso “Forza” (Forza Donne, Forza Giovani, Forza imprenditori) e di far guidare il tutto da Matteo Renzi. Ma Diego Volpe Pasini, ultimamente considerato molto vicino all’ex premier, ha smentito (l’hanno fatto smentire?) attribuendosi la paternità del progetto. Intanto, Berlusconi, è rimasto silente. Per poi far uscire sulle agenzie alcune dichiarazioni contenute in un’intervista pubblicata in appendice al libro «L’onestà al potere» di Roberto Gelmini in cui afferma: «Voglio continuare a essere il leader dei moderati finchè gli italiani lo vorranno». Ora, ci si chiederà se decifrare la sua attività mentale sia strettamente necessario. Il fatto è che riuscire a individuare un filo conduttore tra tutte le sue contraddizioni aiuta comprendere cosa stia accadendo nel centrodestra. Ne abbiamo parlato con Fabrizio D’Esposito.
E’ verosimile l’ipotesi di una candidatura di Renzi?
Partiamo dal fatto che Berlusconi sta passando da proposte istituzionali come quella sul semipresidenzialismo alle crociate demagogiche contro l’euro. E’ evidente, quindi, che la situazione è a un punto tale di confusione che sta vagliando una serie di progetti. Tra quelli che gli sono stati recapitati, c’è anche il cosiddetto “Rosa tricolore”, con Renzi candidato del centrodestra. Detto ciò, una cosa è il pensiero di Berlusconi, un’altra le decisioni che saranno assunte effettivamente, e un’altra ancora quello che intende fare Renzi.
Partiamo, allora, da Berlusconi: cosa potrebbe passargli per la testa?
A Berlusconi, Renzi è sempre piaciuto. Non dimentichiamo il “famigerato” pranzo ad Arcore né l’apprezzamento di Barbara Berlusconi che disse del sindaco di Firenze: «Mi è sembrata una persona che vuole davvero cambiare le cose. Da lui mi sentirei rappresentata». Del resto ha sempre rappresentato, negli scorsi anni, quella sinistra dialogante che ha sempre sostenuto la necessità di non demonizzare il capo del Pdl.
Da qui a candidarlo alla guida del proprio partito ce ne passa
In realtà, l’ex premier è alla prese con un problema ben preciso: deve individuare quella figura che possa riunire il centrodestra e rappresentare, contestualmente, un elemento di novità. Ormai è sempre più chiaro che tale figura non possa essere individuata in Alfano. Quindi: o Berlusconi ridiscende in campo, ipotesi non del tutto escludibile, o si cerca qualcun altro; in tale contesto, Diego Volpe Pasini ha pensato che questo qualcun altro possa essere Renzi.
Dicono che questo Volpe Pasini sia il nuovo “guru” di Berlusconi
Guardi, il berlusconismo è un mondo così variegato che, ogni tanto, qualcuno se ne esce con la sua proposta; del resto, quanti ne abbiamo sentiti, negli ultimi mesi, intestarsi il ruolo di confidente e consigliere fidato di Berlusconi?
Veniamo alle decisioni che, effettivamente, saranno assunte
Mi sembra del tutto improbabile che gente come Gasparri, La Russa, e via dicendo possano fare campagna per lui elettorale per Renzi.
Si parla, infatti, dell’azzeramento dei vertici e della creazione di una serie di liste federate
E’ poco credibile. Il centrodestra partirebbe comunque da una situazione di assoluta minoranza. Inoltre, siamo di fronte alla fine di un sistema politico, all’autoconservazione della Casta, alla pervicacia nel non voler impedire gli scandali con le riforme. La gente è stufa di tutto ciò. In tale quadro, le liste civiche dovrebbero essere realmente credibili. Credo che, invece, di fronte all’eventualità della lista animalista della Brambilla, di quella di Sgarbi, o della Santanché, la gente abbia compreso benissimo che si tratterebbe dell’ennesimo bluff di Berlusconi per far correre le stesse persone di sempre sotto insegne diverse. A questo punto, paradossalmente, l’unica soluzione per limitare i danni, potrebbe consistere nel mantenere le cose come stanno. E, magari, nel ricandidarsi.
E Renzi? Quali sono le sue intenzioni?
Non credo proprio che l’ipotesi gli sia passata minimamente per la testa. La sua partita, attualmente, si giocherà tutta all’interno delle primarie. Proprio per questo potrebbe esser stato fatto circolare il suo nome.
Cosa intende?
Per bruciarlo, accusandolo di intellighenzia col nemico. Attualmente, infatti, potrebbe rappresentare, per Bersani, il concorrente più pericoloso. Alcuni sondaggi danno il segretario vincente, ma con percentuali non particolarmente alte. Se Renzi si attestasse al secondo posto, potrebbe occupare un ruolo nel partito e assumere una visibilità tali da sottrarre al centrodestra ulteriori voti dei moderati.
(Paolo Nessi)