Pensavamo che si trattasse di una netta scelta di campo. La realtà, invece, è un po’ più complicata e le parole di Pierferdinando Casini su Il Corriere della Sera di ieri descrivono sfaccettate congetture. Il leader dell’Udc, in sostanza, non si è limitato a optare per l’alleanza con Bersani, in caso di elezioni anticipate, ma ha preannunciato un più ampio progetto. Dal quale, tale alleanza non sarebbe esclusa. E neppure quella con il Pdl. O, almeno, con buona parte. Abbiamo chiesto a Rocco Buttiglione come interpretare i passaggi fondamentali dell’intervista.



Tanto per cominciare, Casini ammette il rischio di un ricorso alle urne anticipato, a ottobre

Certo, il rischio esiste. All’irresponsabilità non ci sono limiti.

Gli occhi sono puntati su Berlusconi

Non credo che Berlusconi sia intenzionato realmente a staccare la spina al governo. Anzitutto, perché è molto meno irresponsabile di molti  altri. Capisce che andare a elezioni anticipate in queste condizioni provocherebbe danni enormi. Ci sarebbe una campagna elettorale all’insegna dello scontro che vedrebbe, alla fine, trionfare un Pdl del tutto screditato a livello europeo, con un buon numero di parlamentari antieuropeisti, oppure un Pd che non viene considerato un partner stabile, specie se alleato con Idv o Sel.



Tali circostanze, cosa comporterebbero?

Lo scontro tra due posizioni, valutate entrambe negativamente dai mercati, porterebbe all’espansione del nostro debito pubblico, al crollo della fiducia dei mercati e contribuirebbe prepotentemente a far cadere il Paese nel baratro.

Allora chi, se non Berlusconi, potrebbe far cadere il governo?

C’è un’area di irresponsabilità molto diffusa. Per metà del Pdl il biporalismo inteso come scontro fazioso è una religione.

In questo scenario, come si colloca l’ipotesi di Casini di un’asse con il Pd?

Anzitutto, Casini ha parlato di alleanza tra progressisti e moderati. Della grande coalizione, quindi. Ora: anche il Pdl si considera moderato. Di conseguenza, non è escluso dall’ipotesi. Si tratta di un partito, infatti, in cui una parte vorrebbe dar vita ad una politica di rigore e di sviluppo e, comprendendo la situazione, è disposta a considerare l’eventualità. E una che vuol uscire dall’euro.



Su che presupposti si comporrebbe la grande coalizione?

In futuro, la questione fondamentale sulla quale si dovrà prendere posizione, saranno gli Stati Uniti d’Europa. Tutti quelli che li vorranno e che avranno capito che la sfida della globalizzazione si può affrontare solamente insieme (per intenderci: sino a pochi anni fa, la Cina non era considerata un avversario temibile) staranno nella medesima coalizione se non, addirittura, nello stesso partito.

In ogni caso, dall’intervista emerge un certo sbilanciamento vero il Pd. Il giornalista, infatti, lo incalza: «Bersani propone un patto di legislatura». E casini risponde: «Bersani è un interlocutore serio, non cambia idea tutti i giorni (…). Tra progressisti e moderati si può creare un asse per governare l’Italia. Come capiscono anche tanti moderati del Pdl»

Ripeto: non è detto che quest’asse debba escludere il Pdl. Francamente, in ogni caso, non credo neppure che sarà realizzato con gli attuali partiti.

No?

No, perché credo che debba comporsi su un partito nuovo; con contenuti e facce che rappresentino una novità. Occorrono persone provenienti da quel popolo cristiano che tiene in piedi l’impegno gratuito e il volontariato e ove risiede buona parte del patrimonio morale del nostro Paese. Un movimento fondato su un senso di appartenenza e su poche idee semplici e chiare: gli Stati Uniti d’Europa, una riforma dello stato sociale fondato sulla famiglia, una riforma economica centrata sull’idea che le relazione siano il perno di una ricostruzione economica.  

Quell’idea di un grande centro di cui avrebbero dovuto fare parte anche personaggi come Montezemolo, Rutelli, certo mondo sindacale e via dicendo sarebbe superata o contenuta nel nuovo progetto?

Mi auguro che ne faccia parte. Il mondo di ieri si divideva su chi era pro o contro Berlusconi. Quello di domani, si dividerà sugli Stati Uniti d’Europa. Mi auguro che, allora, anche tanti del Pdl saranno dalla nostra parte. Detto ciò, se fosse necessaria, è contemplabile anche un’alleanza con il Pd. 

L’alleanza sarebbe conciliabile con i principi non negoziabili del Magistero della Chiesa cui fa riferimento esplicito il vostro partito?

Sicuramente. Si può essere alleati per governare e, se è il caso, darsi battaglia sui valori non negoziabili. Su questo, sono pronto ad affrontare chiunque o qualunque formazione politica. D’altro canto, non ci si può neanche far ricattare da chi ti sostiene sui valori negoziabili in cambio del fatto che si pieghi la politica ai suoi interessi personali.  

Accettereste anche di stare in una coalizione dove vi fossero Vendola o Di Pietro?

La vedo difficile. Occorre una governo di unità nazionale in cui,onestamente,trovo difficile che ne possano fare parte. Abbiamo bisogno di un esecutivo sostenuto dall’Europa. Difficile che ne possa fare chi è contro. 

 

(Paolo Nessi)