Come previsto, Roberto Maroni è il nuovo segretario della Lega Nord. Il congresso che si è tenuto in questo weekend al Forum di Assago lo ha visto eletto con voto palese per alzata di mano, un plebiscito ampiamente annunziato, anche perché era l’unico candidato. Nessuno francamente a questo punto della storia della Lega poteva aspettarsi che non succedesse così. Una Lega che si è ritrovata nella canicola di Assago per darsi un nuovo inizio, dopo la bufera degli scandali che l’hanno investita, e che hanno investito il fondatore, l’uomo che sembrava dovesse reggere i suoi destini per sempre: Umberto Bossi. Che è arrivato anche lui al Forum, dopo una breve suspense dovuta al fatto che era semplicemente in ritardo. Striscioni per “Bobo” Maroni, ma oggi se ne sono visti anche per l’Umberto. Maroni ha ringraziato dicendo quale sia la sua intenzione adesso che è segretario: il segretario federale lo voglio fare come deve essere fatto da statuto, senza tutele, senza commissariamenti, senza ombre e con il coinvolgimento di tutti, ha detto. Con lo stesso impegno, ha aggiunto, con cui ha combattuto la mafia da ministro degli interni, e cioè “al 150%”. Poi ha anche annunciato il prossimo futuro della Lega: via da Roma, ha detto, stando a significare che di essere presenti o meno nel prossimo Parlamento non è un problema. Nessuna alleanza con chi sostiene il governo Monti, e cioè il Pdl, ha spiegato. “Via da Roma  significa via dalle poltrone e dalla Rai. Non ci hanno portato a niente se non a difenderci dalle accuse di essere lì. Via da Roma  significa via dai doppi incarichi, soprattutto all’interno della Lega”. E’ intervenuto anche Umberto Bossi, tornando sugli scandali che hanno sconvolto il suo partito, rispolverando un vecchio slogan: i ladri sono a Roma, non tra di noi. Questo congresso, ha detto, c’è perché la Lega è sotto attacco della magistratura. Un attacco studiato a tavolino anche se, ha ammesso, qualcuno ha aperto la fortezza della Lega dall’interno. Un chiaro riferimento al tesoriere Belsito Bossi come ai vecchi tempi ne ha avute per tutte: di Monti ha detto che se fosse stato cittadino svizzero sarebbe stato licenziato per incompatibilità con la democrazia. E quindi un attacco all’Italia e a certi leghisti: “Il sogno è una cosa sola. E lo dico per gli imbecilli che stanno nella Lega che girano col tricolore. Il sogno è la Padania libera”. Qualche scambio di battute poco piacevole c’è stato fra Bossi e Luca Zaia a proposito del nuovo statuto del partito, di cui l’ex segretario ha detto di non fidarsi. Uno statuto votato all’unanimità gli ha risposto seccato il governatore del Veneto. 



Alla fine Bossi si è lasciato scappare qualche lacrima quando ha detto che che adesso “il bambino” è suo, cioè di Maroni: ”Umberto Bossi per me è mio fratello, lo porterò sempre nel cuore. Ma oggi inizia una fase nuova” ha commentato il nuovo segretario. 

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