Scontro aperto dentro al Partito Democratico sul tema dei matrimoni fra omosessuali. Nel corso dell’ultima Assemblea, si è registrato un clima decisamente caldo, fra le opposte fazioni: quella guidata dalla cattolica Rosy Bindi e quella dei cosiddetti “laici” che fanno riferimento a Paola Concia. La discussione è nata dalla proposta dell’onorevole Concia tramite una raccolta firme di presentare un ordine del giorno sui matrimoni gay in modo da integrare la carta dei diritti che veniva messa al voto. Nel dettaglio, la proposta della Concia avrebbe dovuto impegnare il Pd nella prossima campagna elettorale a inserire nel programma l’estensione dell’istituto del matrimonio civile alle coppie omosessuali. Non ci sta Rosy Bindi e scoppia la bagarre. L’onorevole Luigi Bobba, contattato da IlSussidiario.net, chiarisce che il matrimonio è uno solo, quello che garantisce l’articolo 29, e cioè quello fra uomo e donna. Se ci sono posizioni diverse all’interno del Pd, aggiunge, esse non rappresentano però la linea guida del partito stesso.
Onorevole, c’è aria di scissione all’interno del Pd. Enrico Fusco ha minacciato di dare indietro la tessera del partito definendo la posizione di Rosy Bindi vergognosa. Che ne pensa?
Diciamo che non si può alzare in piedi chiunque chiedendo qualche cosa e attribuire a questa persona la linea del partito. Io mi attengo a quanto è stato inserito nella Carta dei diritti del partito un mese fa e così dovrebbero fare anche gli altri.
Eppure è un fatto che nel Partito democratico ci siano due anime ben distinte. L’onorevole Garavaglia, ad esempio, ha dichiarato al nostro giornale che il Pd riconosce soltanto l’articolo 29, dove si dice che il matrimonio è quello fra uomo e donna.
E sono pienamente d’accordo con l’onorevole Garavaglia. Noi siamo il partito della difesa della Costituzione, e dunque non si vede perché gli articoli 29, 30 e 31 debbano essere omessi o dimenticati. L’articolo 29 recita che il matrimonio è solo l’unione fra un uomo e una donna e va rispettato.
Ma dell’altra anima del partito che cosa dice?
Dico che se poi si dovranno riconoscere dei diritti a chi dello stesso sesso intende vivere insieme la propria vita affettiva si farà, ma chiamare matrimonio l’unione fra due omosessuali sarebbe anticostituzionale.
Insistiamo: esistono o no due anime del Pd su questo argomento? Lo scontro è evidente: a cosa può portare?
E’ stato varato meno di un mese fa un documento nel quale si sono approfonditi in modo argomentato tutti questi temi. E’ stata trovata una posizione di equilibrio che effettivamente da un lato parte dal riconoscimento della famiglia ex articolo 29 della Costituzione, dall’altro dice che occorre riconoscere un sistema di diritti e di tutele per le convivenze omosessuali. A quello bisogna attenersi. Non è che ogni giorno si può cambiare le carte in tavola. altrimenti le scelte che vengono maturate attraverso percorsi condivisi, dibattuti e di confronto, verrebbero vanificate.
Dunque no al matrimonio fra omosessuali?
Quella strada che le ho detto deve essere mantenuta, altro sono le opinioni personali di ciascuno ma queste non sono la linea del Pd.
Ma anche l’attuale segretario Pierluigi Bersani dice che vuole una legge sui matrimoni omosessuali. Si arriverà a un compromesso interno?
Non si ragiona in termini di compromesso su questo argomento. Una cosa è l’articolo 29, la famiglia naturale fondata sul matrimonio. Non ci sono santi che tengano: questo articolo è chiarissimo e limpidissimo e ha un suo significato perché evidentemente il legislatore ha voluto tutelare la stabilità e anche la continuità generazionale che questa unione affettiva genera appunto attraverso il matrimonio. Altra cosa è porre il problema di una tutela dei dritti delle convivenze gay. Sono piani distinti. Chiamare matrimonio quello fra due persone dello stesso sesso non sarebbe conforme alla costituzione.
E’ una posizione comunque trasversale all’interno dei partiti questa che chiede il riconoscimento del matrimonio fra omosessuali. Fini ad esempio ha chiesto che l’Italia si adegui al resto dell’Europa.
Non dobbiamo adeguarci a niente, abbiamo una Costituzione da un lato, dall’altro abbiamo anche un articolo, il 2 della Costituzione, che parla delle formazioni sociali nelle quali si svolge la personalità dei singoli. In queste formazioni sociali ci sono anche le convivenze fra gay che vanno regolamentate e tutelate, ma che di per se non costituiscono un matrimonio secondo quanto dice la Costituzione. Non si possono mischiar due cose altrimenti si rischia di fare una cosa contro la costituzione e uno strappo a una cultura che sta alla base di una certa concezione di famiglia che sta alla base dell’art, 29 della carta costituzionale.