Spesso una notizia è vera solo se viene smentita. A maggior ragione, lo schema funziona se applicato all’universo berlusconiano; per l’ex premier smentire le proprie dichiarazioni è prassi consolidata, la cui osservanza aumenta la probabilità che siano vere. Quindi, il Pdl diventerà Forza Italia. Con ogni probabilità, almeno. Dopo averlo anticipato in un’intervista al quotidiano tedesco Bild, infatti, si è affrettato a dire di essere stato equivocato; ma – ha aggiunto – l’ipotesi, in effetti, esiste e la sta valutando. Del resto, che il Cavaliere da tempo fosse insofferente alla sua creatura più recente era cosa nota. Anche Giancarlo Galan, ex governatore del Veneto e tra i forzisti della prima ora, ha sempre mal tollerato il Pdl. E ci spiega come sarà il nuovo partito.



Come valuta il ritorno a Forza Italia?

Guardi, io sostenevo la necessità di un ritorno alla origini fin da prima che cadesse l’ultimo governo Berlusconi. Ho partecipato alle ultime riunioni del Consiglio dei ministri con appuntata la spilla di Forza Italia sulla giacca. Ho, inoltre, sempre sostenuto che il Predellino fosse stato un errore. E che, se fossimo andati a elezioni separati – Forza Italia e An – avremmo preso entrambi più voti, lasciandone meno alle Lega.



Perché il progetto del Pdl è fallito?

Perché l’unione con gli ex An non ha mai funzionato. Siamo portatori di alcuni valori in netta antitesi con i loro. E di altri che, invece, sono distinti ma conciliabili. Del resto, un’alleanza dovremo pur farla.

Alleanza? Quindi, dà per scontata la loro fuoriuscita…

A sentire le loro dichiarazioni, sembrerebbe di sì. Tuttavia, in fondo in fondo, non credo che se ne andranno.

Perché?

Mah… dove vuole che vadano?

Dicono con Storace…

Guardi, non mi intessa. Facciano quello che gli pare. Se vogliono restare, che restino. Ma imparino a pronunciare la parola “liberale”.



Si tratterà, in ogni caso, del semplice cambio di un nome?

No. Torneremo allo spirito del ’94. Che abbiamo perduto, soprattutto, per colpa di An e degli alleati.

Può sintetizzarcelo?

Meno tasse, meno stato, più libertà. Visti i tempi che corrono, si aggiunge, purtroppo, un quarto pilastro fondamentale che, ai tempi, non era considerato tra le priorità: più lavoro.

Oggi non ci sono più i comunisti. Esiste un avversario analogo?

Gli unici nemici da abbattere sono la burocrazia e lo statalismo.

Rispetto al ’94, tuttavia, si pone il problema del rapporto con l’Europa

Anche l’Europa dovrà pur porsi il problema del rapporto con l’Italia. Di sicuro, vogliamo un’Unione con meno Germania. Ho stima della Merkel. Ma lei stessa dovrà capire che se, in patria, continua a perdere consensi dovrà pur cambiare impostazione. Credo, d’altronde, che non bisogna avere il timore di dire queste cose. L’asservimento nei confronti della cancelliera non ha mai fatto bene a nessuno. Guardi com’è andata a Sarkozy…

Perché Berlusconi ha deciso di ricandidarsi a premier?

Quando un partito passa dal 35 al 10%, è il caso di fare qualcosa.

E’ opinione comune che la chance di vittoria siano pressoché pari a zero e che il ritorno di Berlusconi rappresenti il mero tentativo di limitare i danni

Se avessimo dato retta agli iettatori di ogni parte, avremmo dovuto scioglierci nel ’95. Non posso fare previsioni. Ma nessuna ipotesi è esclusa. Neanche quella di vittoria. Dipenderà dalla nostra capacità di presentare un programma credibile e candidare persone all’altezza di un tale programma.

Come la prenderanno gli elettori?

Presumo bene. Basti vedere quanto accaduto alle scorse amministrative, dove si sono presentate una serie di liste precedute dal suffisso “Forza”.

Lei ha avuto un ruolo nella decisione di Berlusconi?

Non mi attribuisco alcuna paternità. Rivendico esclusivamente il fatto che, per almeno un anno, ho ribadito la necessità di tornare a Forza Italia. Osteggiato da tutti; così come per le mie critiche, altrettanto solitarie, a Tremonti e alla golden share della Lega.  

Tremonti farà parte del nuovo progetto?

Se cercassimo nuovamente di dar vita alla rivoluzione liberale con Tremonti, ci riderebbero dietro.

Crede che uscirà dal nuovo partito?

L’unica cosa certa è che non c’è mai stato.

Dov’era?

Faceva il capo della Lega…

Sarete alleati, in ogni caso, con il Carroccio?

Se vogliamo ottenere la maggioranza, direi di sì. Le alleanze, del resto, si fanno con chi c’è, non con chi vorremmo che ci fosse.

Quale sarà il vostro rapporto con Mario Monti?

Dipenderà da una serie di fattori, quali la legge elettorale e l’andamento delle elezioni. In ogni caso, non lo liquiderei tanto facilmente. In futuro, potrebbe assumere svariati ruoli, sia nel governo che nelle istituzioni.

 

(Paolo Nessi)