Le sorprese di Silvio Berlusconi creano altre sorprese. Settimana scorsa è ridisceso in campo, rivendicando la leadership politica nell’area del centrodestra. Angelino Alfano, l’attuale segretario, dice di averla presa bene, così come grande parte dei berlusconiani. Il problema è che il Cavaliere, nel suo improvviso sparigliamento delle carte, liquida la breve storia del Pdl, la svolta del “predellino”, il partito unico del centrodestra e tutti i progetti che solo qualche anno fa erano stati posti. Ma mette in imbarazzo anche la parte di Alleanza nazionale che era confluita nel Pdl. Aveva quindi ragione Gianfranco Fini a dubitare e a diffidare di quella svolta presa dal Cavaliere? In effetti, senza neppure pensarci molto, Berlusconi lancia un nuovo-vecchio nome per il suo partito : Forza Italia. Piero Sansonetti, grande anima libera della sinistra, dice a sorpresa, che Berlusconi almeno su un punto ha ragione e ne ha preso coscienza.



In che senso Sansonetti?

Beh, direi che il Cavaliere almeno si è reso conto del fallimento dell’esperienza del Pdl. Un tratto di strada giusta l’ha fatta, ha compreso una parte del problema. Anche se per la verità, il Pdl e lo stesso governo di Berlusconi erano entrati in crisi nel momento in cui Gianfranco Fini se ne era andato. E’ in quel momento che comincia la catena dei fallimenti, quella del Pdl e poi il “suicidio politico” dello stesso Fini, visti i risultati ottenuti. Ma se mi è consentito, aggiungerei che in questa situazione della politica italiana, la catena dei fallimenti è molto lunga. Sono stati gli anni peggiori che si possano ricordare da un punto di vista politico. Se l’esperienza del Pdl è fallita, anche il Partito democratico, il Pd, è fallito come esperienza. Direi che è una disfatta generale.



Quindi, ritornando a Berlusconi, la “svolta del predellino” è ormai completamente sorpassata?

Direi che il Cavaliere ha dovuto fare proprio tre passi indietro dal predellino, ed è stato proprio costretto a discendere di tre passi da quel predellino. Quell’operazione che aveva preparato si è dimostrata clamorosamente fallimentare. Ora occorre vedere a quello che sta pensando, quello che ha in mente.

E’ una domanda che si pongono in molti. A suo parere Sansonetti, Silvio Berlusconi si candida davvero? Anche su questo punto ci si interroga e ci si pone delle domande.

Ma io penso che Berlusconi si candidi veramente, pensando anche che difficilmente potrà vincere le prossime elezioni. Ci si può domandare che cosa abbia in mente il Cavaliere con questa sua candidatura, con questa sua ridiscesa in campo. Io penso che per prima cosa riuscirà a fermare l’impressionante emorragia di voti del centrodestra, la continua perdita di consensi. Bene o male, Berlusconi è in grado di raggiungere una quota che costituisce un grosso ingombro negli equilibri politici del prossimo Parlamento, quello che uscirà dalle urne del 2013. Diciamo pure che un 20 per cento almeno, Berlusconi se lo porta a casa. A questo punto avrà il suo peso nell’equilibrio delle forze politiche che dovranno trattare, a mio parere, sempre con un governo tecnico, presieduto o da Mario Monti, o da Corrado Passera o da qualcun altro.



 

Lei quindi non vede alternative, anche per il prossimo anno, a questo assetto politico.

 

Guardo anche al dibattito sulla nuova legge elettorale. Si dice che il premio di maggioranza sarà inferiore. In conclusione non ci dovrebbero essere cambiamenti di rapporti e di equilibri. E poi le forze politiche, in questo momento, dovrebbero avere il coraggio di perdere o di vincere, con una rinnovata politica italiana. Non lo faranno e quindi ripiegheranno inevitabilmente su una maggioranza di questo tipo, con un governo di questo tipo. Si può guardare anche all’interno del Pd, la maggioranza del partito sta con Monti, con un governo di questo tipo.

 

Lei non vede nessuno che possa condizionare le forze politiche, che possa provocare un cambiamento?

 

Non credo che ci sia qualcuno in grado di ridisegnare questo quadro politico. Anche a sinistra, non credo che ci siano possibilità di condizionare quella che è attualmente la politica del Pd e quindi di modificare il corso della politica italiana.

 

Lei non sembra affatto contento di questa prospettiva …

 

Le dirò che comincio a pensare che dovrò rispondere alle domande dei miei nipotini: come si viveva in democrazia? Come funzionava? Che cosa si faceva?

 

Mi tolga un’ultima curiosità. Che cosa ne pensa di questa mossa del Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, contro la procura di Palermo?

 

Beh, non poteva che fare questo. Anche se questa attività delle procure non è cosa di questi giorni, ma dura da venti anni.

 

(Gianluigi Da Rold)