L’affermazione del segretario del Partito democratico sembrano voler porre un termine risolutivo e definitivo al dibattito in corso; riferendosi alle polemiche degli ultimi giorni e, in particolare, alle parole di Casini che aveva definito i matrimoni gay incivili, Bersani, a Camposanto, dove si trovava per la Festa del Pd, ha sentenziato: «Noi le unioni gay le facciamo. Gli altri si regolino». Parole destinate a suscitare ben più di qualche malumore in seno a buona parte del suo stesso partito. Tuttavia, precisa a ilSussidiario.net la senatrice del Pd, Mariapia Garavaglia, in realtà, non siamo di fronte ad alcuno strappo rispetto alla linea sin qui annunciata. «Credo – spiega – che Bersani si sia semplicemente limitato a ribadire il fatto che la convivenza di due persone sotto lo stesso tetto che, nel corso della propria vita, abbiano collaborato l’uno all’esistenza dell’altro, condividendo le spese per l’affitto, per gli alimenti, e via dicendo, vada tutelata». Secondo la senatrice, la tipologie di coppie che possano rientrare in tale tutela possono essere le più disparate: «non di certo solamente i gay ma anche, per intenderci, un fratello e una sorella, una nonna e un nipote, due amiche; chiunque, insomma, sia legato da un rapporto di affetto e viva stabilmente da tempo nella stessa abitazione spartendosi gli oneri della convivenza». Tutto ciò sarebbe cosa ben diversa dal matrimonio. «Il segretario, infatti, non ha usato questa parola. Né ha mai parlato di adozioni. Questo sì che sarebbe inaccettabile. Le sue parole lasciano intendere il riferimento al semplice riconoscimento di una serie di diritti civili quali la possibilità di assistere l’altra persone in ospedale o di ereditare; provvedimenti in linea con l’articolo 2 (la Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell’uomo) e l’articolo 3 (Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali) della Costituzione». Eppure, la volontà di Bersani di porre l’accento su un termine preciso – unioni gay – fa presumere a molti che l’intenzione sia quella di giungere progressivamente al matrimonio omosessuale, definendolo, inizialmente, in altra maniera. «Posso assicurare – replica la senatrice – che Bersani ha ben altro per la testa; mi fido delle sue parole. Del resto, anche nell’assemblea del Pd ha chiarito che non è intenzione del partito arrivare al matrimonio gay. Per i cattolici che militano nel Pd, e per me personalmente, si è trattata di un’importante conferma. Si è ribadito che il Pd non ha alcuna intenzione di procedere contro la Costituzione, della cui difesa ha fatto la sua bandiera». E se così fosse?
«Il pericolo mi sembra assolutamente remoto. Eventualmente, per i cattolici del Pd si dovrebbe aprire una seria riflessione circa la propria permanenza nel partito». Resta da capire cosa intendesse dire con «gli altri si regolino». Secondo la Garavaglia «nessun partito, programmaticamente, può fondarsi sui principi etici. Essi hanno a che fare con la coscienza dei singoli parlamentari. Quanto affermato da Bersani va proprio in questa direzione. Altrimenti, il nostro sarebbe un “partito etico” orientato, di conseguenza, allo Stato etico. Cosa che nessuno, soprattutto i cattolici, potranno mai volere».
(Paolo Nessi)