“Dietro le parole anche molto dure di Casini contro i matrimoni omosessuali, si legge un’apertura alle unioni gay. Nella posizione del leader Udc ci sono dei margini di forte ambiguità. I valori non negoziabili come la famiglia devono essere fatti pensare a livello di alleanze, non farlo significa preparare il terreno per una loro sconfitta in Parlamento”. Ad affermarlo è l’onorevole del Pdl, Eugenia Roccella, che interviene sulla presa di posizione del leader Udc, Pier Ferdinando Casini, e sull’articolo di Paola Binetti uscito su Ilsussidiario.net. Quest’ultima, riferendosi alle unioni gay, affermava che “su questi temi non è possibile fare nessun tipo di accordo di natura elettorale o di programma di governo. Non sono all’ordine del giorno, non faremo mediazione e voteremo contro come abbiamo sempre fatto, cercando per di più di portare dalla nostra parte i Pd-dissenzienti”.
Onorevole Roccella, che cosa ne pensa della posizione di Casini sulle unioni civili?
In tutta la posizione di Casini ci sono dei margini di forte ambiguità e anche qualcosa di contraddittorio. La questione antropologica e i valori non negoziabili devono essere centrali per una forza come l’Udc, che si richiama alla dottrina della Chiesa e ritiene di avere un’ispirazione e una cultura cattolica. Il cardinale Angelo Bagnasco e il Papa Benedetto XVI hanno sempre insistito su tre principi – vita, famiglia e libertà d’educazione – come punto centrale dei cattolici in politica. Penso per esempio al discorso del presidente della Cei al congresso di Todi. E’ quindi difficile accantonare la questione come se fosse sostanzialmente marginale nel dibattito politico, e non coinvolgesse i partiti in quanto tali ma le libere coscienze di ciascuno. D’altra parte questi temi che lo si voglia o no sono continuamente al cuore del dibattito politico.
Casini dice di essere contro i matrimoni gay, ma a favore delle unioni gay …
I matrimoni gay sono esclusi dalla nostra Costituzione, quindi non ci saranno per i prossimi cinque-dieci anni. Il prossimo passo non è certo questo, ma quello delle unioni gay. E’ a quest’ultime che il leader Udc spalanca la porta.
In che senso?
Se quella di Casini è una posizione personale, che non ha a che fare con le alleanze, non avrebbe neppure dovuto prenderla. Ma se impegna il partito, vorrei capire meglio quali sono i contenuti della proposta. A quali unioni si riferisce? Che tipo di legge vuole? Ha in mente le unioni gay alla tedesca, che sono praticamente un matrimonio?
Per la Binetti, un’alleanza elettorale su questi temi non avrebbe senso …
Questo significa che se in un prossimo Parlamento il Pd avrà i numeri per fare passare le unioni gay, ciò non rimetterà in discussione un’eventuale alleanza con l’Udc. I centristi voteranno contro, ma non faranno battaglia per non danneggiare la coalizione. Casini si salverebbe quindi la coscienza con una posizione di testimonianza personale, come è avvenuto in altri tempi da parte della Democrazia Cristiana, ma di fatto le unioni gay passerebbero senza ostacoli.
Ma una spaccatura trasversale sui valori non negoziabili non è presente forse anche nel Pd e nello stesso Pdl?
Le lacerazioni ci sono, tanto è vero che nel Pd c’è stato un attacco violento e spaventoso contro Rosy Bindi e alcuni sono giunti a stracciare la tessera. Nel Pdl è in parte diverso, perché le posizioni sono variegate e pesano, ma nelle votazioni decisive il partito ha sempre avuto una grande compattezza. Di fatto l’intero Consiglio dei ministri, compresi i laici, votò a favore del “decreto Eluana” che poi Napolitano si rifiutò di firmare. L’intero governo assunse quindi una posizione omogenea. Anche in aula, pur lasciando sempre libertà di voto, chi si è espresso contro i valori non negoziabili all’interno del Pdl è sempre stata una componente minoritaria, in tutto non più di una decina di parlamentari. In un grande partito ci sono sempre persone che la pensano diversamente quando si tratta di questioni di coscienza.
Quindi la situazione è la stessa nel centrodestra come nel centrosinistra …
La posizione nel Pd in realtà è molto diversa, in quanto la linea di Bersani è il riconoscimento delle unioni civili gay alla tedesca. Il vero problema quindi è se è una posizione di partito o non lo è. Se non lo è, e se non entrano in gioco le alleanze, ha un enorme margine di ambiguità. Oggi è impossibile non confrontarsi con questi temi, e un partito non può non avere una posizione antropologica.
Quindi il problema non è soltanto di Casini …
Sì, ma se Casini facesse pesare una certa posizione all’interno delle alleanze rafforzerebbe i cattolici del Pd. Rinunciare a esercitare questo ruolo significa non fare valere il proprio peso politico. Paola Binetti, sulla cui coerenza non ho dubbi, sa a che cosa mi riferisco. Quando lei militava ancora nel Pd e il governo Prodi era agli inizi, il ministro Fabio Mussi sottrasse l’Italia alla minoranza di blocco che impediva il finanziamento europeo alla ricerca sulle staminali embrionali. Siccome lo scarto di voti in Parlamento era minimo, l’onorevole Binetti non se la sentì di mettere il governo in minoranza, perché si rischiava una crisi. La conseguenza fu che l’Osservatore Romano attaccò personalmente la Binetti in modo molto duro.
Cosa c’entra tutto ciò con le unioni gay?
Se io tolgo la questione delle alleanze dal gioco politico, e non le rimetto in discussione pur votando magari contro, nel momento in cui il mio gruppo pur avendo numeri consistenti non è in grado di bloccare una votazione parlamentare, perché mai gli altri partiti dovrebbero essere dissuasi dal fare passare i matrimoni gay?
Per la Bindi “ci sono le condizioni per superare la fase del bipolarismo etico che ci ha imposto la destra in questi anni” …
La Bindi ha colto esattamente il punto, cioè la vera posizione di Casini, oltre le parole magari violente, molto di più di quelle che avrei usato io. Il leader dell’Udc ha infatti definito i matrimoni tra gay “una violenza sulla natura”, ma questo è servito a mascherare quella che in realtà è un’apertura. La Bindi l’ha capito immediatamente, come del resto hanno fatto anche altri, incluso un comunicato ufficiale dell’Udc.
Che cosa ne pensa dell’espressione “bipolarismo etico”?
Quando si parla di “bipolarismo etico” e si accusa di utilizzare i valori non negoziabili come un’arma, il vero problema è se questi valori siano o meno non negoziabili. Se il Papa li definisce con questi termini precisi, un cattolico in politica deve metterci la faccia. Chi accusa la destra di brandirli come un’arma, rivolge implicitamente la stessa accusa anche al Papa. Se il tenere fede a questi valori e combattere per essi senza timidezze significa creare un bipolarismo etico, allora dovremmo dire che è la Chiesa a promuoverlo. A parte il fatto che dal sondaggio di Mannheimer si vede che il Paese ci dà ragione, contro tutto quello che viene sempre detto dai media più diffusi.
(Pietro Vernizzi)