Caro direttore,
siamo rimasti molto colpiti nel leggere l’articolo del professor Giorgio Vittadini dal titolo “Il coraggio di ricominciare”. Non solo perché le sue provocazioni culturali generano delle domande, anzitutto personali, sul nostro impegno in politica nel recente passato e nel prossimo futuro. Ma perché si tratta del presidente della Fondazione che, fin dalla nascita dell’Intergruppo parlamentare per la sussidiarietà, ne cura la segreteria scientifica. Quindi è evidente che una critica da parte sua al lavoro svolto dall’Intergruppo nell’ultimo periodo, non è una opinione qualsiasi.
Siamo entrati in Parlamento in questa legislatura ed abbiamo accolto con entusiasmo la proposta che alcuni nostri colleghi ci hanno rivolto per aderire all’Intergruppo parlamentare per la sussidiarietà. Accanto alla credibilità di chi ci invitava, infatti, eravamo persuasi sia del metodo sia del merito del lavoro. Non ci veniva chiesta l’adesione ad un partito o ad un nuovo gruppo parlamentare, ma si proponeva che ciascuno, nel proprio ambito partitico, potesse coltivare senza contrapposizioni, spesso ideologiche, un terreno di lavoro comune.
Quanto al merito, ci ha convinto l’ipotesi che si potesse lavorare a contenuti che fossero un tentativo di applicare il principio di sussidiarietà, come primato della persona sulla società e della società sullo Stato. Abbiamo incontrato una delle Legislature più difficili, non per l’instabilità politica, ma per l’emergenza economica ed in seguito sociale. Ora anche politica. Non ci siamo limitati a guardare, e ci siamo impegnati in ciò che un parlamentare è chiamato a fare: le leggi. Così, grazie anche al nostro contributo, sono state approvate norme come lo statuto delle imprese, la legge controesodo e sono stati mantenuti i fondi al 5×1000 che, attraverso il nostro intervento, è diventato una misura stabile nel nostro sistema fiscale. I seminari culturali cui Vittadini fa riferimento hanno consentito interventi nel merito di provvedimenti, come iniziative in favore della famiglia, a difesa del no profit o di alcune significative esperienze come il lavoro nelle carceri. Non siamo riusciti a fare tutto ciò che avremmo voluto, ma lo abbiamo fatto, certi che avremmo giocato tutte le carte in nostro possesso. E così faremo fino all’ultimo giorno di questa Legislatura.
È importante, però, che Vittadini sappia che nessuno di noi ha aderito all’Intergruppo con l’idea di costituire un partito e se questo in fondo è il progetto che lui auspica, senza clamore, decidiamo di ritirare la nostra adesione.
Al presidente della Repubblica, come al governatore Draghi ed oggi al premier Monti non abbiamo mai inteso proporci come una forza politica a sé stante, ma come una libera aggregazione di parlamentari accomunati dal desiderio di trovare punti condivisi di costruzione del Bene Comune. Quanto poi all’impegno, alla serietà, alla capacita di incidere sulla vita politica quotidiana, ciascuno di noi si confronterà anzitutto con il suo elettorato e poi all’interno del proprio partito, come sempre fino ad oggi abbiamo fatto.
Paola De Micheli, deputato Pd
Alessia Mosca, deputato Pd
Alessandro Pagano, deputato Pdl
Barbara Saltamartini, deputato Pdl
Guglielmo Vaccaro, deputato Pd