Meglio una Kleine Opposition di una Grosse Koalition. Insomma, meglio una piccola opposizione di una grande coalizione. Ignazio La Russa, intervistato dal Corriere della Sera, annuncia che se il Pdl smettesse di essere il partito che propone un progetto alternativo alla sinistra allora non rimarrebbe altra soluzione che fare un altro partito a destra, rispolverando le ceneri di Alleanza nazionale. “E se uscissimo adesso – ha aggiunto – in questo momento, a parità di legge elettorale, non prenderemmo meno voti di quelli che aveva An”, che alle politiche del 2006 prese il 12,4%. «Il progetto di La Russa è plausibile – dice a IlSussidiario.net il giornalista Marcello Veneziani –. Se la destra accettasse l’idea di un “inciucio”, diventando una formazione marginale confusa all’interno di una grossa coalizione fatta non tanto per raddrizzare l’Italia quanto per salvaguardare gli interessi di ciascuno, allora credo che abbia ragione nel proporre una destra che si mette in proprio e che potrebbe raccogliere un consenso perfino più vasto di quello di An».
Per migliorare davvero il Porcellum, ha spiegato ancora La Russa, serve un piano B: introdurre le preferenze e lasciar decidere al Parlamento se il premio deve andare al partito o alla coalizione. Non crede che in questo modo si stia parlando solamente di un maquillage dell’attuale legge elettorale?
Mi auguro di no e spero che possa essere innanzitutto ristabilito il criterio costituzionale con cui gli italiani hanno facoltà di scegliere i propri rappresentanti. Si può perfino arrivare al collegio uninominale, in cui la forza del partito viene salvaguardata grazie alla possibilità di indicare il candidato, ma con cui il cittadino è almeno in grado di scegliere tra uomini e non solo tra schieramenti politici. Credo quindi che una vera riforma sia necessaria e non solamente un maquillage per mantenere il Porcellum.
La posizione di La Russa può tradursi in una speranza di un ritorno a un’alleanza con la Lega?
Un ritorno di questo tipo rappresenterebbe da una parte il tentativo di riprendere lo spirito del ’94 ma dall’altra anche un segnale di coalizzare le forze meno integrabili, lontane dalla vecchia cultura del compromesso storico. In questo senso l’appello di La Russa risulta assolutamente comprensibile.
Secondo lei questa opposizione di La Russa nei confronti di una grande coalizione significa un definitivo allontanamento da Casini?
Mi auguro di no, anche se Casini sembra comunque aver intrapreso un’altra strada. Il problema è che evidentemente Casini è ormai certo che Berlusconi prima o poi tornerà oscurando la possibilità di una sua futura leadership, ma forse bisognerebbe trattare anche su questo.
In che modo?
Considerando Casini come un interlocutore primario e con cui un domani, quando Berlusconi avrà combattuto l’ultima battaglia per poi ritirarsi, forse si potrà aprire uno spazio interessante di dialogo.
La Russa spiega che evidentemente Casini aveva già scelto con chi stare, anche molto prima che Berlusconi decidesse di scendere nuovamente in campo. E’ d’accordo?
Credo sia vero. Probabilmente Casini ha sempre immaginato che Berlusconi non si sarebbe mai del tutto ritirato e, dopo aver fatto i suoi calcoli, ha deciso che in questa fase intermedia doveva in qualche modo acquisire una sua autonomia politica per assicurare ai suoi alleati che non si sarebbe “svenduto” al centrodestra.
A proposito di Berlusconi, secondo La Russa l’ufficialità della sua ridiscesa in campo arriverà solo dopo la riforma elettorale. Quanto sarà lunga questa attesa?
Berlusconi vuole sondare il terreno e vedere quali reazioni politiche, mediatiche e giudiziarie ha provocato la sua candidatura e solo successivamente pronunciarsi. Credo comunque sia ormai orientato a scendere in campo non con una forza che vuole vincere le elezioni e governare da sola ma con una Grosse Koalition e l’idea di tamponare eventuali scelte non in linea con i suoi interessi politici.
La Santanchè ha parlato di una manifestazione di piazza per Berlusconi mentre anche lo stesso La Russa, pur ammettendo di non conoscere ancora i dettagli, ha spiegato che in tutti i casi sarà inevitabile. Cosa ne pensa?
Anch’io credo che a questo punto sarà inevitabile. Tutti i partiti, a cominciare dal Pdl o di ciò che ne sarà, avranno bisogno di un’investitura popolare e di una legittimazione. Dopo quanto accaduto negli ultimi mesi credo che ripartire dalla piazza sia quanto mai necessario.
(Claudio Perlini)