Spending review, Napolitano chiede interventi “equi e socialmente sostenibili” e domanda “priorità all’innovazione, alla ricerca e alla formazione”. Secondo quanto apprende l’Adnkronos, infatti, una lettera è stata recapitata dal Segretario generale della Presidenza della Repubblica, Donato Marra, al sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Antonio Catricalá. Il Quirinale sarebbe così tornato una seconda volta sulla legge antisprechi appena approvata dal Parlamento. Già una precedente epistola, datata 10 agosto, infatti, spiegava che “il presidente della Repubblica raccomanda altresì che in sede di revisione del complesso di spesa si effettuino scelte equilibrate, sostenibili socialmente e coerenti con la necessaria prioritá degli investimenti per l’innovazione, la ricerca e la formazione”, dopo la conversione in legge da parte del Parlamento del dl sulla Spending review. Il provvedimento in esame infatti ha subito “molte modifiche”, in sede di conversione, una delle quali ha determinato la riduzione dei trasferimenti agli enti di ricerca per il 2012. Motivo per cui, “il presidente Napolitano, nel prendere atto che in sede di conversione è stata soppressa per il 2012 la riduzione dei trasferimenti agli enti di ricerca, mentre le riduzioni per gli anni successivi, 2013 e 2014, sono state demandate al decreto ministeriale di ripartizione del fondo ordinario di finanziamento, auspica, che in tale sede, si valutino attentamente le finalitá e la specifica condizione finanziaria di ciascun ente”, dice ancora il Quirinale.
Positivo intanto il commento dell’Europa sul provvedimento di revisione della spesa pubblica appena approvato. “L’Italia ha preso misure significative ed è importante che continui in questa direzione”, ha fatto sapere Olli Rehn, commissario Ue agli Affari Economici. Rehn, in un’intervista alla televisione Cnbc, ha inoltre spiegato in che modo l’Unione Europea intende superare questo momento di impasse: “L’Unione Europea e la Banca Centrale Europea sono pronte ad agire una volta che le condizioni necessarie saranno soddisfatte”, ha detto, “perché è essenziale mantenere l’unità dell’Eurozona”. Il commissario ha ulteriormente chiarito in seguito che “sia l’Unione europea sia la Banca centrale europea sono pronte a intervenire una volta che vengano rispettate certe condizioni e venga fatta richiesta da uno Stato membro”.
E ha aggiunto, per fugare ogni dubbio in merito alle ventilate perplessità della Germania sull’opportunità o meno di interventi comunitari nella euroarea: “Ho piena fiducia sul fatto che il popolo e i leader politici tedeschi siano pienamente impegnati nei confronti dell’euro”.