«Non siamo disposti a svuotare l’istituzione del matrimonio, attribuendo a unioni affettive, anche omosessuali, un riconoscimento giuridico analogo a quello matrimoniale». Il Popolo della Libertà torna all’attacco sul tema delle unioni civili e dei matrimoni gay, con un documento sottoscritto da 173 deputati e senatori del partito e che vede tra i primi firmatari Eugenia Roccella, Alfredo Mantovano, Maurizio Gasparri, Maurizio Sacconi e Gaetano Quagliariello. «Non riteniamo che all’orizzonte ci sia l’equiparazione al matrimonio, così come lo conosciamo, a quello tra persone dello stesso sesso – spiega a IlSussidiario.net l’On. Mantovano –. Questo semmai è l’obiettivo ultimo. L’obiettivo mediato è invece quello di immaginare una formalizzazione paramatrimoniale che faccia prevalere l’ideologia sul rispetto della natura. Il testo che abbiamo firmato non è confessionale, ma fa riferimento al diritto naturale e ai fondamenti della Costituzione».
Su questi temi il Popolo della Libertà parla a una voce sola o ha, come in passato, due anime?
Guardi, senza voler negare che esistono opinioni differenti anche all’interno del Pdl, i numeri danno un’indicazione chiara in questo senso. La posizione espressa in questo documento rappresenta la stragrande maggioranza dei parlamentari del Popolo della Libertà e, mi permetto di dire, anche dei quadri intermedi e dei dirigenti.
Recentemente il leader dell’Udc, Pier Ferdinando Casini, ha aperto al riconoscimento delle garanzie civili, sanitarie ed ereditarie, delle coppie omosessuali. Cosa ne pensa?
Se andiamo a valutare nel merito l’elenco dei pretesti per i quali si chiede una formalizzazione delle unioni di fatto ci si accorge che la gran parte di queste voci ha già una tutela, o in leggi positive, o nell’interpretazione che di queste leggi viene data sul piano giurisprudenziale.
La legislazione, infatti, dal 1980 fino ad oggi, ha avuto cura di estendere alle convivenze ogni misura in favore dei componenti del nucleo familiare.
Questo, ad esempio, vale per la tutela della salute. Il convivente, se il diretto interessato non può esprimere un consenso, ha la facoltà di autorizzare addirittura il trapianto di organi. E se parliamo di un caso così invasivo, figuriamoci quando si tratta dell’assistenza in una struttura ospedaliera. Come vede, piuttosto che elencare ciò che già è previsto, è più semplice parlare di ciò che manca.
Come ad esempio?
Non è prevista la riserva di legittima per le successioni testamentarie e la possibilità di adottare. Così come non sono estesi alcuni istituti di diritto penale che permettono ad esempio alla moglie di astenersi dalla deposizione se questo può procurare danno al marito.
Per quanto riguarda l’ereditarietà, la legittima è vista da molti giuristi come una limitazione della proprietà e credo che sarà più probabile la sua eliminazione piuttosto che la sua estensione. Sull’adozione credo che sia poco ragionevole passare dall’attuale sistema, che riserva alle coppie regolarmente sposate una lunga e severa serie di prove di idoneità, all’estremo opposto. Sull’estensione del diritto penale, invece, si può discutere.
Formalizzare le unioni paramatrimoniali per risolvere questioni così specifiche però mi sembra assolutamente sproporzionato.
Nel testo criticate anche i registri anagrafici per i conviventi. Per quale motivo?
Anche in questo caso la legislazione delle convivenze è già prevista. Negli esperimenti compiuti, ad esempio, dal Comune di Milano è chiara però una rivendicazione ideologica. Se un comune entra nel campo dei diritti oltre a essere al di fuori della norma è fuori dalle proprie competenze, dato che dei diritti della persona deve occuparsi il Parlamento.
Dal punto di vista politico come giudica i segnali che Casini sta inviando su questi temi?
I segnali sono chiari. Mi limito a dire che ogni partito farebbe bene a tenere conto degli orientamenti del proprio elettorato.
I risultati elettorali hanno infatti dimostrato che l’Udc mantiene il proprio bagaglio di consensi quando si allea con il centrodestra, ma lo perde quando si schiera con il centrosinistra. E a volte l’elettorato a volte risponde in maniera estremamente chiara alle domande che i dirigenti si pongono sulle strategie da seguire.
Continuerete a chiedere l’espulsione dell’Udc dal Ppe?
A mio avviso, bisogna sforzarsi di mantenere unite le forze che rappresentano l’elettorato moderato. Porre una questione di questo tipo in un momento di difficili rapporti significa cercare la rottura. E non credo che sia la strada migliore.
Da ultimo, le recenti parole del Cardinal Bagnasco sull’importanza dei cattolici in politica cosa le hanno fatto pensare?
Non spetta a me commentare il discorso del Presidente dei vescovi italiani. Dico soltanto che questo impegno deve concretizzarsi in fatti positivi.
Il primo terreno concreto di verifica è l’approvazione della legge sul fine vita. Se, dopo una lunga gestazione, la legislatura si dovesse chiudere senza la sua approvazione i cattolici dimostrerebbero una scarsa capacità di presenza in Parlamento.
(Carlo Melato)