Si riaccende il dibattito sulla legge elettorale. La Lega Nord, con l’ex ministro Roberto Calderoli, torna all’attacco dell’asse Pd-Pdl, che mirerebbe a conservare la sostanza del Porcellum penalizzando gli altri partiti. Dalla maggioranza di governo giungono però segnali di ottimismo. Settimana prossima, rassicura l’On. Enrico Letta, potrebbe essere quella buona per annunciare l’intesa.
Nel frattempo molti quesiti restano ancora senza risposta. Come verrà restituita la libertà di scelta degli eletti da parte degli elettori? A chi verrà attribuito il premio di maggioranza? «La posizione dell’Udc è chiara – spiega a IlSussidiario.net l’On. Gian Luca Galletti, che domani sarà ospite del Meeting di Rimini –. La nostra priorità è restituire ai cittadini il diritto di scegliere i propri parlamentari e senatori. Per questo proponiamo la reintroduzione della preferenza. Dopodiché il nostro favore per un sistema proporzionale è noto a tutti, da tempo».



Secondo Calderoli Pd e Pdl starebbero ragionando in senso bipartitico, a scapito di tutte le altre forze, centristi compresi.

Non ho elementi sufficienti per sostenere una posizione di questo tipo. Posso dire però che ci sono stati troppi tentennamenti. Dobbiamo aumentare gli sforzi per definire la nuova legge elettorale, arrivando a un compromesso. Come Udc valuteremo il miglior punto di caduta possibile.



Cosa ne pensa dell’apertura fatta in questi giorni dall’On. Mario Mauro a tutte quelle forze che a Strasburgo lavorano insieme nel Ppe?

Guardi, per tutta l’estate abbiamo parlato di alleanze. Un tema che interessa poco gli italiani, soprattutto in un momento di crisi economica come quello che stiamo vivendo.
Su questo posso solo ribadire ciò che diciamo dal 2006. L’Italia ha bisogno di un governo capace di fare quelle riforme indispensabili che per troppo tempo sono state rimandate. Purtroppo nel 2013 la crisi non sarà ancora finita e il Paese dovrà essere governato da quelle forze responsabili che remano per far rimanere l’Italia in Europa e per rendere l’Europa uno stato federale. Tutti coloro che condividono questa linea possono essere alleati all’Udc.



Compresa la sinistra di Bersani e Vendola?

Le nostre condizioni non cambiano e sono le stesse che ci hanno portato all’opposizione dei governi Prodi e Berlusconi, gli stessi che ci hanno portato la situazione nella quale siamo oggi.

Cosa resterà secondo lei del “montismo” nella prossima legislatura, sia in termini di uomini che di contenuti? 

L’agenda delle riforme avviata da Monti è ormai ben definita e noi la condividiamo. Per prima cosa la diminuzione dei costi dello Stato attraverso una spending review che proceda a tagli selettivi e non lineari, in modo da restringere il perimetro d’azione dello Stato. In questo modo si potrebbero recuperare quelle risorse che potrebbe servire a ridurre le tasse a imprese e famiglie, in funzione del numero dei figli. Insomma, sussidiarietà e famiglia. 

A questo governo non avete proprio nulla da rimproverare?

In realtà avremmo voluto maggiore coraggio sulle liberalizzazioni e sulla semplificazione della burocrazia. Nei prossimi mesi comunque si potrà continuare a lavorare in questa direzione. 

Da qui al voto, realisticamente, cosa riuscirà a fare la classe politica? 

Sarebbe un errore limitarsi alla riforma elettorale. Al di là di questo, a mio avviso, dovremmo mettere mano ai contributi alle imprese. 
Il sistema che eroga fondi a pioggia che non servono al paese va riformato per sostenere chi investe in ricerca e sviluppo.

(Carlo Melato) 

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