Legge elettorale, battute finali? È quello che sembra a giudicare dai commenti di autorevoli esponenti dei due partiti di maggioranza, anche se da parte del Pdl si tende a frenare, dicendo che occorre ancora una serie di verifiche. Sta di fatto che stanno emergendo alcuni contenuti di quella che l’onorevole Letta ha definito «una legge che sarà criticata». I contenuti emergono, ma Pdl e Pd hanno ancora qualche punto su cui non trovano un accordo, ad esempio il premio di maggioranza. IlSussidiario.net ha chiesto un giudizio al professor Gianfranco Pasquino, docente di Analisi delle istituzioni politiche all’università di Bologna. «Quello che sta portando alla nuova legge elettorale mi sembra francamente un discorso congegnato malissimo», ha detto. «Inoltre trovo inaccettabile che ci siano, seppur ridotti, ancora i listini bloccati con i candidati scelti dai partiti. Invece di un porcellum avremo un porcellinum». Per Pasquino, la soluzione è sempre quella di pescare dall’estero, dove ci sono leggi elettorali fatte benissimo.



Dalle indiscrezioni che emergono, sembra che si vada verso un proporzionale con premio di maggioranza da definire: o il 15% alla coalizione, come vuole il Pd, o il 10% al partito che prende più voti, come vuole invece il Pdl.

Direi che sbagliano entrambi, Pd e Pdl. Se bisogna dare un premio di maggioranza, bisogna che quel premio consenta o al partito che lo vince o alla coalizione che vince di avere la maggioranza assoluta di seggi in Parlamento. Altrimenti non è un premio di maggioranza, è un premietto che non serve a nulla. Del 10 o del 15% non me ne faccio niente, a meno che chi ottenga quelle percentuali abbia il 50% più uno di seggi in Parlamento. È un discorso che francamente trovo congegnato malissimo e che spero venga rovinosamente bloccato, come si merita.



Si parla poi del diritto degli elettori di scegliere gli eletti probabilmente non con la preferenza, ma con collegi piccoli e con una riduzione drastica dei listini bloccati.

Anche questa mi sembra una soluzione molto mediocre. O i collegi sono uninominali e allora chi vince è eletto punto e basta. Oppure non può essere che qualche volta ci sono due eletti e qualche volta nessuno perché c’è una ripartizione proporzionale che svantaggia quel particolare collegio.

E dei listini bloccati cosa ne pensa?

Dello sbarramento dico che ha una sua logica, cerca cioè d’impedire la frammentazione partitica. Però bisogna che sia davvero nazionale, cioè uno sbarramento del 5% su scala nazionale. A me dispiace per la Lega, ma non si possono favorire i partiti localistici. La Lega poi non avrà problemi a superare uno sbarramento del 5%. Deve essere equo lo sbarramento, non disegnato per favorire o sfavorire qualcuno.



La Lega ha avanzato una sua proposta di legge elettorale. Secondo Calderoli, un premio di maggioranza per le coalizioni che riescono a raggiungere il 45% dei voti, in modo da avere il 55% dei seggi. Se nessuna coalizione dovesse farcela, verrebbe dato un “premio di aggregabilità” del 5% per il primo partito.

Questa proposta mi pare comprensibile e per un certo senso persino condivisibile. Una quota del 45% mi sembra molto alta, anche perché secondo me nessuna delle due coalizioni ci arriva. Però se la logica è dare il premio in modo che questo premio produca una maggioranza assoluta, condivido la logica. Capisco anche che la Lega ritenga a questo punto di essere assolutamente indispensabile per il centrodestra e si farà fare ponti d’oro per entrare nella coalizione. Ma va bene, perché tanto poi la parola definitiva spetterà agli elettori.

In conclusione, lei che legge elettorale ha in mente?

Guardi, ci sono in Europa leggi elettorali che funzionano benissimo come quella tedesca, quella francese e in un certo modo anche quella svedese, una legge proporzionale chiamiamola di tipo scandinavo. Allora io dico: perché invece di fare questi ragionamenti bizzarri non si decide di prendere una legge elettorale che funziona già?

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