«A volte i dettagli sono più importanti dei principi generali». Invita alla prudenza il vicecapogruppo del Pdl al Senato, Gaetano Quagliariello, quando parla di legge elettorale. «Il tavolo tra gli esponenti della maggioranza è aperto ed è certamente utile – spiega il senatore a IlSussidiario.net –. Lo schema è quasi definito, dopodiché, a partire da mercoledì prossimo, il confronto si aprirà alle altre forze politiche del comitato ristretto del Senato per giungere a un testo base».



Si va verso un proporzionale corretto con un bonus al primo partito, giusto?

Questo è lo schema, anche se ci sono ancora alcuni argomenti di discussione come la soglia di sbarramento e la dimensione del premio. L’importante è creare i presupposti affinché il partito che vince le elezioni sia in grado di formare un governo.



La preferenza non tornerà? Anche questa è quasi una certezza?

Per il Pdl la reintroduzione non sarebbe uno scandalo, ma su questo, almeno fino a questo momento, il Pd non vuole discutere. E lo dice una persona che non ha mai prediletto le preferenze. Teniamo conto però che la legge a cui stiamo lavorando nasce essenzialmente come legge di transizione che deve restituire la libertà di scelta dei candidati da parte dei cittadini e che deve prendere atto del fatto che le vecchie coalizioni si sono sfaldate davanti alla crisi.

Con ogni probabilità quindi non conosceremo più le maggioranze prima del voto?



Non nel modo in cui eravamo abituati a conoscerle. Sposterei l’attenzione però sul fatto che il sistema sia equilibrato. Preferenze o collegi, non si possono creare guerre civili tra esponenti dello stesso partito e deve essere garantita una rappresentanza territoriale omogenea. Insomma, va costruito un nuovo bipolarismo. Non è un atto di fede, ma un risultato politico.

L’eventuale ritorno di Silvio Berlusconi potrebbe compromettere questa prospettiva?

E perché mai? Il centrodestra italiano ha un’origine carismatica che va rispettata, e quella di Silvio Berlusconi è sicuramente la candidatura più forte in questo momento. Detto questo, le innovazioni che avevamo annunciato, anche in termini di primarie, non resteranno lettera morta, ci saranno occasioni per sperimentarle.

I tempi necessari per dare forma alla nuova legge sembrano comunque allontanare l’ipotesi di un voto anticipato.

Non ho mai creduto alle ricostruzioni giornalistiche in questo senso. La nuova legge sarà pronta se la legislatura arriverà alla sua scadenza naturale.

Ma un modello che rimette al centro i partiti più forti e non le coalizioni può rendere il Pdl più “attrattivo” nei confronti di Lega e Udc?

Non credo agli automatismi e mi auguro che le prossime coalizioni non si formino sulla base delle convenienze, ma delle convinzioni. Le dichiarazioni di Bersani rilasciate in questi giorni a Repubblica dovrebbero chiarire le idee a Casini più di qualunque nuova legge elettorale…

(Carlo Melato) 

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