Tra Casini e Vendola io scelgo Vendola. Lo ha detto il segretario del Pd smuovendo in modo deciso le acque del centro sinistra. Anche perché poi ha aggiunto che Casini non è forza di centro sinistra. Gli ha fatto eco il segretario dell’Udc, per nulla scossa dalla dichiarazione, sembrerebbe, che ha detto come Bersani abbia fatto bene a ricordare che “chi organizza i moderati sta in un altro campo”. Che cosa comporti  tutto questo sullo scenario politico  Ilsussidiario.net lo ha chiesto a Claudio Gerasa, redattore de Il Foglio.



“E’ un disegno palese ben chiaro” ha detto Cerasa. “E’ il disegno di un centro sinistra con protagonisti Vendola e Bersani, i quali guardano al Pse, il Partito socialista europeo, un grande e moderno partito socialista che traccia il suo percorso nel solco della grande tradizione europea dell’Spd tedesco e in particolar modo del partito socialista francese”. Per Cerasa dunque è un disegno in netta alternativa rispetto alle forze moderate dell’attuale Pd alla Casini. La domanda che viene spontanea farsi è che cosa comporti nello scenario del centro sinistra così come lo abbiamo sempre conosciuto. Secondo Cerasa essenzialmente due cose: “La prima è che Bersani e Vendola fanno ormai parte di un solo grande partito allargato e sono naturalmente alternativi alle forze centriste e moderate. D’altra parte significa anche che quando Bersani dice questo, significa che tra l’agenda Monti senza ma e l’agenda Monti e il no con qualche sì e molti ma, lui sta dalla parte del no all’agenda Monti. E questa presa di posizione sarà molto interessante anche per la sfida interna con Renzi: in queste ultime dichiarazioni del segretario del Pd c’è infatti il senso della sfida con Renzi”.



E Renzi, tra Vendola e Casini, con chi starebbe? “Con nessuno dei due secondo me. Più che altro cercherà di mantenere all’interno del Pd entrambi. Renzi, non so se a torto o ragione, è convinto che all’interno del Pd possono coesistere tutte le anime, quella di Vendola come quella di Casini. Bersani invece considera che la coalizione delle forze di sinistra vada prima ben identificata poi eventualmente vanno considerate le alleanze. E’ il vecchio problema della generazione del compromesso storico, Bersani in fondo fa parte di quella generazione lì. Renzi invece no”. Viene anche da chiedersi se alla luce di previsioni elettorali che indicano le due grandi coalizioni in forte difficoltà a raggiungere una maggioranza, convenga disfarsi dell’Udc: “Stiamo attenti, Bersani non ha detto che farà a a meno dell’Udc, dovendo scegliere sceglie Vendola, ma lo schema è questo: alle elezioni Bersani andrà alleato con Vendola e invece nella fase successiva, dopo le elezioni, cercando un’alleanza per governare, il Pd non avrà nessun problema di allearsi con l’Udc. E’ in fondo l’idea di Bersani di grande coalizione: il Pse italiano con alleati i moderati dell’Udc. Bersani non dirà mai che vuole tagliare con Casini, dice solo che nel suo dna è più in sintonia con Vendola”.



 Intanto l’Udc dice che i moderati devono organizzarsi in un altro campo che non è quello di sinistra. “I moderati che cercano di recuperare uno spazio al centro andranno da soli alle elezioni e in fase successiva faranno alleanza con la sinistra. E’ un disegno chiaro, poi non so quanto giusto sia. I moderati secondo me dovrebbero raccogliere i voti per se e non per conto di altri”.