Come era prevedibile, la pubblicazione di un riassunto della intercettazioni tra Napolitano e il senatore Mancino, indagato per false dichiarazioni nell’ambito del processo sulla presunta trattativa Stato-mafia, all’epoca della quale era ministro dell’Interno, non ha mancato di sollevare un polverone; andiamo con ordine. Nell’edizione odierna di Panorama, appariva un articolo in cui si rendeva conto del contenuto di alcune delle intercettazioni delle conversazioni private tra i due; un resoconto privo di virgolette, una semplice sintesi. Ove ne emergeva che il capo dello Stato si lamentava con il suo interlocutore di Berlusconi, reo di aver screditato a livello internazionale l’Italia, del giustizialismo di Di Pietro, che ha impedito l’introduzione di una sana cultura garantista, e della Procura di Palermo, titolare dell’indagine e responsabile delle intercettazioni. Napolitano imputava ad alcuni dei suoi magistrati una certa impudenza. Ebbene: dopo la denuncia da parte del Quirinale di una campagna diffamatoria, è giunto l’appoggio di Palazzo Chigi.  Il premier Mario Monti, infatti, ha telefonato direttamente a Napolitano per esprimergli tutta la propria solidarietà. Il presidente del Consiglio, parlando anche a nome di tutti i componenti del governo, ha denunciato le «inaccettabili insinuazioni» contenute sugli organi di stampa, oltre all’evidenza di un «strumentale attacco contro la Personalità che costituisce il riferimento essenziale e più autorevole per tutte le istituzioni e i cittadini». Secondo il capo del governo, è in atto una destabilizzazione del Paese finalizzata a minarne la stabilità cui ci si deve opporre «Il Paese – ha continuato Monti – saprà reagire a difesa dei valori costituzionali incarnati in modo esemplare dal Presidente Napolitano e dal suo impegno instancabile al servizio esclusivo della Nazione e del suo prestigio nella comunità internazionale». Pieno appoggio è giunto anche dal Consiglio superiore della magistratura, di cui Napolitano è presidente, anch’esso esprimendo in maniera marcata solidarietà e denunciando l’attacco infondato e del tutto strumentale.



Solidarietà al Colle è stata espressa anche da Gianni Letta che si è recto in persona al Colle, mentre il ministro dell’Interno ha fatto presene che offendere il capo dello Stato equivale e offendere l’intero popolo italiano. Del medesimo segno, le parole del segretario del Pd, Pierluigi Bersani, per il quale, «evidentemente c’è chi pensa di poter intimidire un punto di riferimento fondamentale per la nostra democrazia. Non ci riusciranno».



 

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