Non sembra intenzionata a placarsi la polemica che infuria da quando Panorama ha pubblicato un riassunto delle intercettazioni delle conversazioni private tra il capo dello Stato e il senatore Mancino. Tuttavia, dopo che il Quirinale ha parlato di un nuovo apice nella campagna di insinuazioni e sospetti, e dopo che Mario Monti, a nome di tutto il governo, ha espresso solidarietà a Napolitano, sono intervenuti sulla vicenda i procuratori di Palermo Antonio Ingroia e Francesco Messineo. In maniera piuttosto curiosa, considerando che le intercettazioni provengono proprio dalla loro Procura, ove cioè è stata disposta l’inchiesta sulla presunta trattativa Stato-mafia; in ogni caso, secondo il primo, Napolitano avrebbe ragione e, effettivamente, ci sarebbe qualcuno che manovra contro il Colle. Per il secondo, invece, «è auspicabile che le intercettazioni irrilevanti ai fini del processo siano distrutte, il problema è soltanto il percorso per arrivare all’eliminazione». Paolo Franchi ci aiuta a comprende meglio la situazione.
Siamo realmente di fronte ad un apice di insinuazioni e sospetti?
Per la verità, il Quirinale ha parlato di un “nuovo” apice. Quasi come se avesse voluto sottolineare il fatto che ce ne possono essere stati o ce ne potranno essere degli altri. La sensazione, quindi, è che, in un contesto di estrema precarietà politica ed economica, ove il Quirinale sta rappresentando l’unico presidio a garanzia dell’equilibrio istituzionale e del Paese, Napolitano sia oggetto di manovre destabilizzanti promosse da varie parti. E che, per questo, abbia deciso di tutelare non tanto la sua persona, quanto le sue prerogative e quelle del suo successore. Mi pare una preoccupazione abbastanza fondata.
Lei si è fatto un’idea circa chi potrebbe avere interesse a produrre un simile attacco?
Difficile dire chi sia l’uomo nero. Anzitutto, va detto che in campo sono schierate una serie di forze che, apparentemente, dovrebbero essere in antitesi. Abbiamo, da un lato, giornali come Panorama, Il Giornale e Libero; dall’altro, Il Fatto Quotidiano con annessa una costellazione di siti internet, blog, e vari personaggi che operano nel web. Esiste, inoltre, una componente, che possiamo definire corrente d’opinione, e che, per comodità, assimiliamo ai grillini. Su un piano completamente diverso dagli attori precedenti, dobbiamo anche contemplare Repubblica. Che ha avuto un ruolo importante nell’ospitare il dibattito tra Zagrebelsky, Scalfari ed Ezio Mauro. In tale contesto, le opinioni differenti si sono schierate in opposte fazioni coagulandosi attorno alla questione del sollevamento del conflitto d’attribuzioni.
Quindi?
Quindi, all’interno di questo scenario, dove quelle suddette sono le forze che si sono schierate in maniera, tutto sommato, esplicita, c’è qualcuno che, per intenderci, sta avendo modo di pescare nel torbido. Personaggi, francamente, difficilmente identificabili, con scopi e intenti non sempre razionali. Se non quello di destabilizzare ulteriormente il sistema.
Come valuta la posizione assunta da Ingroia e Messineo?
La Procura di Palermo ha fatto presente che stavano intercettando Mancino, non Napolitano; e, dalle dichiarazioni di Messineo, mi pare che si evinca chiaramente come la questione della distruzione di tali intercettazioni sia, effettivamente, legata a problemi procedurali. La Procura, in ogni caso, presumo sappia bene che Napolitano non può in alcun modo definirsi coinvolto nella vicenda. D’altro canto, nessuno pensa realmente che ai magistrati interessi danneggiare il capo dello Stato.
Quanto ha pesato, sin qui, la debolezza dei partiti?
Moltissimo. Non direttamente, dato che i partiti con l’inchiesta giudiziaria hanno poco a che fare. Ma, in termini di clima, la loro debolezza ha contribuito moltissimo e, nelle prossime settimane, lo farà sempre di più. Anche perché non hanno la più pallida idea di come la pensi esattamente il proprio mondo di riferimento; quanti elettori del Pd, infatti, sono più sulle posizioni di Grillo che su quelle di Bersani? E quanti del Pdl pensano che, in fondo, Napolitano se la sia cercata? In una fase così confusa, quindi, da parte delle forze politiche non è giunto alcun orientamento netto e deciso capace di condizionare positivamente l’opinione pubblica. Ciascuno ha continuato a guardare esclusivamente a come muoversi per godere del maggior vantaggio elettorale possibile. Purtroppo, nessuno ha capito che tutto questo andava notevolmente ridimensionato.
Cosa intende?
Credo che la querelle interessi molto di più gli ultrà della politica che gli italiani. I problemi veri, infatti, sono bene altri. Dall’economia che non riparte, all’impotenza della politica nel trovare soluzioni capaci di risolvere la drammatica crisi occupazionale che sta affliggendo sempre più persone.