“Esigiamo nel nome dell’interesse generale, che le imprese e i sindacati riescano a fare qualcosa di più. Serve uno sforzo congiunto delle parti sociali che prevalga sui particolarismi”. Il presidente del Consiglio Mario Monti, nel corso del suo intervento presso la cerimonia inaugurale della sedicesima edizione del Salone del tessile di Milano, torna nuovamente a chiedere un maggiore impegno a sindacati e imprese. “Io penso – ha spiegato il premier – che in parte le nostre decisioni abbiano contribuito ad aggravare la situazione congiunturale. E’ ovvio, solo uno stolto può pensare di incidere su un male strutturale, nato da decenni, senza determinare un aggravamento nel breve periodo che deriva da una riduzione della domanda interna”. Solo attraverso questo sforzo congiunto, ha poi sottolineato, “si può avere la speranza di avere più in là sanate queste situazioni per favorire una crescita”. Solamente una settimana fa lo stesso Monti, a poche ore dall’incontro con il numero uno di Confindustria, Giorgio Squinzi, aveva lanciato un primo chiaro messaggio alle parti sociali in occasione dell’inaugurazione della Fiera del Levante: “Le parti sociali devono capire che la sorte dei lavoratori, delle imprese e del Paese è nelle loro mani”, aveva detto. “Il governo ha cercato di mettere in ordine la finanza pubblica, in buona parte riuscendoci. – aveva aggiunto il premier – Inoltre, ha fatto riforme che toccava al governo promuovere o fare, come la riforma delle pensioni e quella del mercato del lavoro”. Adesso tocca quindi alle parti sociali, “che sono molto mature e consapevoli”, rendersi conto che il futuro dei lavoratori, degli imprenditori e del Paese non è solo nelle mani del governo. Per questo motivo, ha continuato Monti, “ci siederemo con loro per fare in tempi brevi un ragionamento sul fatto che la produttività italiana non sta andando bene da diversi anni. Mentre le cose nell’economia italiana e nella finanza italiana hanno ricevuto quest’anno una svolta, un impulso, poco è stato fatto in materia di costo del lavoro per unità di prodotto, innovazione nei meccanismi di determinazione di salari, recuperi di produttività, tutte cose che sono fondamentali per rendere più competitiva l’economia italiana e quindi per fare crescita e occupazione, soprattutto giovanile e nel mezzogiorno”.
Il premier aveva infatti richiamato tutti a un “interesse collettivo” che richiede più che mai “un maggiore sforzo delle imprese e dei sindacati”. A seguito delle precedenti dichiarazioni del presidente del Consiglio, IlSussidiario.net aveva contattato Gianni Baratta, segretario confederale della Cisl che, a proposito di un grande patto con il governo, aveva detto: «Non parlo di una semplice filosofia di fondo, ma di azioni concrete: questo significa mettersi intorno a un tavolo in cui ognuno svolge un preciso compito». Proprio per questo, aveva spiegato Baratta, «quando avverrà l’incontro tra parti sociali e governo, la Cisl troverà il modo di esplicitare in maniera chiara il proprio pensiero riguardo a cosa significa costruire insieme un patto. Francamente spero davvero che anche il premier ritenga che, al di là dell’azione di riforma che il governo sta tentando di portare avanti tra mille difficoltà, un confronto costruttivo con tutte le parti sociali possa realmente aiutare il sistema Paese».