Pd diviso. E’ quanto si apprende dopo la notizia di una lettera inviata da trenta esponenti di spicco del Pd, quasi tutti appartenenti all’area cattolica del partito, guidati dall’ex ministro Giuseppe Fioroni, in cui si chiedono candidati compatibili con il programma del partito. In poche parole, un no alla candidatura di Nichi Vendola, essendo queste primarie primarie di coalizione e non primarie del solo Pd. Vendola come si sa è il rappresentante di Sinistra ecologia e libertà, a cui Bersani ha fatto capire in più occasioni di gradire la sua alleanza nella coalizione che nel 2013 dovrà sfidare il centro destra. Per Fioroni e gli altri firmatari invece si tratta di escludere dalla competizione candidati che presentano proposte non integrabili, così le definiscono con quelle del partito. Viene citato ad esempio l’articolo 18, contro cui è schierato Vendola, ma è sottinteso che altri argomenti che stanno a cuore ai cattolici come i matrimoni fra persone dello stesso sesso fanno parte delle proposte non integrabili. Il segretario del partito ha già risposto. Bersani dice di sperare che Vendola si presenti comunque alle primarie, mentre lo stesso Vendola che non ha commentat, non ha comunque sciolto la riserva, non ha ancora detto cioè ufficialmente se intende candidarsi o meno. Bersani ha anche detto che la carta di intenti del partito dovrà fissare dei punti precisi di merito e di metodo: “prevede in caso di dissensi una cessione di sovranità, per cui si decide a maggioranza in una riunione congiunta dei gruppi”. Non è abbastanza questa spiegazione per i firmatari della lettera: “Essendo primarie di coalizione riteniamo che i partecipanti delle altre forze politiche debbano presentare un programma compatibile e integrabile con il nostro. Iniziative come quella referendaria abrogativa per leggi che possono essere sicuramente migliorate, ma la cui abrogazione recherebbe nocumento al paese, non sono di certo compatibili”. Nelle primarie, dicono ancora i firmatari, non si può inglobare tutto e il contrario di tutto. Da evitare cioè l’immagine di una coalizione che sia sin da subito riottosa e divisa come già successo in passato.
Inoltre dicono ancora, “La nascita del Partito Democratico è stata letta come la volontà di garantire agli elettori una coalizione non più contro qualcuno ma per un progetto condiviso di Italia credibile e affidabile”. Tra i firmatari oltre a Fioroni, anche Maria Pia Garavaglia.