Mario Monti apre alla possibilità di candidarsi a essere nuovamente capo del Governo. Una notizia che va a cozzare con quanto detto e ripetuto fino a oggi e confermato ancora ieri durante una intervista con un canale televisivo americano. Il presidente del Consiglio infatti si trova a New York dove proprio ieri ha tenuto il suo discorso in qualità di rappresentante italiano all’assemblea generale delle Nazioni Unite. Oggi invece ha tenuto un nuovo intervento al Council of Foreign Affairs ed è stato in questa occasione che ha lasciato trapelare una apertura e un deciso cambiamento di rotta. Seppur ripetendo che non intende candidarsi, in questa occasione ha aggiunto che dopo le prossime elezioni, quando i partiti riprenderanno il loro ruolo di guida, elezioni in cui, ha detto, è giusto che i partiti possano presentare un premier espressione della politica, è pronto a dare una mano. Non solo: ha detto che in caso gli venisse chiesto di ricandidarsi, allora esaminerebbe la possibilità. E’ il Monti bis di cui si parla sottovoce da tempo e che ha anche sostenitori in alcune forze politiche, ad esempio l’Udc? Presto per dirlo, ma vediamo cosa ha detto esattamente Monti: “Dopo le elezioni è giusto che i partiti politici possano presentare un presidente del Consiglio che sia uno di loro e che non sarò io. Certo che se ci fosse una circostanza particolare, se dovesse essere richiesto, considererei l’ipotesi di dare una mano: dopo tutto sono stato nominato senatore a vita”. Non precludo nulla e sarò pronto a dare una mano, in sostanza. A proposito del suo attuale governo ha invece voluto dire che è presto dire che non abbia eseguito il suo compito: uno strano governo, lo ha definito, un esperimento, “un governo tecnico che cerca di mettere insieme diversi partiti per cercare di tenere sotto controllo la situazione finanziaria”. Non è pentito di aver accettato il ruolo di capo del governo, ha anche voluto aggiungere. Monti ha poi parlato di Silvio Berlusconi dicendo che in quanto leader di un grande partito non troverebbe nulla di strano se decidesse di ricandidarsi.
Infine i prossimi passi del suo governo, impegnato, ha detto, ad andare avanti con politiche rigorose contro il debito: “In Italia stiamo cercando di rallentare l’aumento del debito attraverso politiche rigorose su deficit e un piano di privatizzazioni”. L’obbiettivo da raggiungere, dice, è quello di un avanzo primario del 5% del Pil.