“Per quello che ne so la Guardia di Finanza ha visitato tutti i gruppo per un’indagine conoscitiva: ben venga per capire come funzionano i meccanismi di funzionamento dei gruppi. Non c’è assolutamente nulla da nascondere”. Il presidente della Regione Piemonte Roberto Cota commenta ai microfoni di Sky Tg24 l’operazione che la Guardia di Finanza sta conducendo da questa mattina nelle sedi dei gruppi regionali. “L’indagine – ha spiegato ancora Cota – nasce dalla polemica che c’è in questi giorni sulle Regioni, la Procura ha detto che non ci sono state denunce o esposti. Da quando sono entrato in carica nel 2010 ho varato una incisiva politica di tagli ai costi della politica, dal numero degli assessori al taglio del mio stipendio, dall’indennità di fine rapporto alle spese di funzionamento del consiglio regionale. Tutto questo in tempi non sospetti prima della vicenda Lazio. Io viaggio con una macchina che ha dodici anni”. La Guardia di Finanza è entrata questa mattina negli uffici del Consiglio Regionale del Piemonte per acquisire tutta la documentazione relativa alle spese dei gruppi parlamentari. Come ha confermato Gian Carlo Caselli, procuratore capo di Torino, si tratta di una “ricognizione di situazione”, dunque un’inchiesta senza indagati (“modello K”) che è stata avviata nei giorni scorsi proprio dalla Procura di Torino. I documenti sono stati acquisiti dagli uffici di tutti i gruppi consiliari e, secondo quanto riportano le prime indiscrezioni, dovrebbero riguardare le spese sostenute dai gruppi a partire dal primo gennaio 2008. Le indagini sono state delegate dai titolari dell’inchiesta, i pm Andrea Beconi ed Enrica Gabetta, agli agenti del Nucleo di Polizia Tributaria di Torino della Guardia di finanza e sono attualmente alla fase iniziale. A scatenare la polemica da cui poi è nata l’inchiesta in corso, è stata l’intervista rilasciata pochi giorni fa a Telelombardia dal deputato Pdl ed ex consigliere Roberto Rosso, il quale aveva ricostruito una serie di richieste di rimborsi non proprio trasparenti relative a un consigliere regionale: proprio quest’ultimo era infatti riuscito a farsi rimborsare circa 5 mila euro per una settimana bianca camuffata da viaggio istituzionale.



Il giorno successivo lo stesso Rosso aveva inviato un messaggio di scuse in Consiglio: “Carissimi, ho visto con rammarico le conseguenze e il frastuono suscitati da una mia battuta per il vero improvvida circa la certificabilità delle missioni dei Consiglieri regionali nel passato della Regione Piemonte. Mi spiace inoltre che per un improprio accostamento al Comune di San Germano, da me citato per comodità tra i molti comuni piemontesi, a farne le spese sia stato l’incolpevole Capogruppo Pedrale. Vi chiedo scusa per questo incidente e vi saluto cordialmente”.

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