Vendola si vuole sposare. Con il suo compagno. E in chiesa. Altro che Pacs, Dico, e acronimi vari surrogati del matrimonio. Il leader di Sel ha detto chiaramente che, a 54 anni, e da cristiano praticante, avverte l’esigenza di unirsi secondo i crismi della propria religione. «Come persona e come cristiano voglio poter vivere una discussione vera e chiedere al mio Stato e alla mia Chiesa per quale motivo progetti d’amore non possono essere liberati da un tappo di Medio Evo che tante volte ha ferito la nostra vita», ha dichiarato. Dal canto suo, la presidente del Pd, Rosy Bindi, si è limitata a ricordargli che il matrimonio omosessuale non è previsto dalla Costituzione. La senatrice democratica, Mariapia Garavaglia, raggiunta da ilSussidiario.net, rincara la dose e spiega perché non è certo questo il momento per impantanarsi in discussioni tutt’altro che prioritarie. «Mi pare che i problemi degli italiani siano ben altri. La politica dovrebbe smetterla di affidarsi alle provocazioni. Casomai, dovrebbe essere giunto il tempo della serietà, della competenza, e delle indicazioni sul da farsi nell’immediato. La prossima legislatura, infatti, è imminente e occorre agire in fretta, onde non disperdere quanto di positivo è stato seminato da questo governo tecnico». In particolare, secondo la senatrice, la politica ha oggi come non mai un compito ben preciso: «quello di far capire agli italiani che essi stessi dispongono delle capacità e delle risorse per risollevare il Paese, senza dover attendere qualsivoglia risposta alle proprie esigenze dallo Stato, secondo ottiche meramente assistenzialiste». Secondo il Pd, l’attenzione va concentrata su tre elementi: «l’istruzione; perché il patrimonio di domani sono i giovani che si preparano oggi. Il lavoro; perché senza, non c’è lavoro, si frenano i consumi e non c’è ripresa. La coesione sociale; se un Paese non è unito, ogni azione dello Stato, dalle leggi ai finanziamenti, lascia il tempo che trova». Tornando a Vendola: se, da un lato, la senatrice sottoscrive quanto affermato dalla vicepresidente della Camera, dall’altro, si augura che quella del capo di Sel sia una semplice boutade.
Per la senatrice, «non è escluso che abbia pronunciato quelle parole per ringalluzzire il proprio elettorato. Sta di fatto che, complessivamente, sono più i voti che perdiamo che quelli che guadagniamo». In ogni caso, il rafforzamento di una componente dell’eventuale coalizione a scapito delle altre potrebbe nuocere all’intero Paese: «l’Italia ha bisogno di maggioranze per essere governata, non di minoranze».