Bersani presidente del Consiglio, Veltroni presidente della Camera e D’Alema ministro. Il “grande patto” tra i big del Partito Democratico, secondo quanto riportato da Il Foglio prima e da La Repubblica poi, starebbe prendendo forma. Contro il “rottamatore” Matteo Renzi, sempre più deciso a fare piazza pulita all’interno del Pd, gli storici rappresentanti del partito stringono alleanze e si spartiscono le poltrone, sperando di poter evitare dolorose primarie. «Poco tempo fa avevamo raccontato su Il Foglio del mio incontro con un dirigente del Partito Democratico che a un certo punto ha preso carta e penna e ha stilato sulla tovaglietta del ristorante una specie di “papello” con i nomi dei principali protagonisti del patto, vale a dire Bersani, D’Alema, Franceschini, Veltroni, Letta e Bindi», spiega a IlSussidiario.net il redattore de Il Foglio Claudio Cerasa. «L’organigramma, che vale quello che vale, conferma però l’esistenza all’interno del Pd di un patto di sindacato tra i grandi del partito, una sorta di Grosse Koalition che senza dubbio avrà anche un riflesso sulla battaglia delle primarie». Proprio in questa battaglia, continua Cerasa, «coloro che fanno parte della vecchia generazione, sia anagraficamente che nel modo di fare politica, andranno ad appoggiare il candidato con cui sarà possibile preservare questo tipo di impostazione. Dall’altra parte invece, non tanto tra i dirigenti quanto tra i militanti, ci sono coloro che si schiereranno a favore di Renzi». Il patto di sindacato all’interno del Pd di cui ci parla Cerasa ha un preciso obiettivo, quello di non rivoluzionare gli attuali equilibri interni: «Per questo motivo – ci spiega – nessuno dei componenti del patto considera le primarie una priorità. Tra i vari D’Alema, Veltroni, Bindi e Finocchiaro nessuno ha invocato questa ipotesi, ovviamente accettata anche se con scarsa serenità». E’ interessante dunque notare la contrapposizione che si sta venendo a creare tra le diverse generazioni politiche: da una parte la grande coalizione dei “vecchi” del partito, dall’altra i sostenitori di una futura “rottamazione”, «che le nuove generazioni del Pd ritengono che sia assolutamente necessaria», spiega Cerasa. 



Dove si piazzano invece Vendola e Casini? Anche loro nel patto di sindacato dei big, proprio perché «hanno interesse a garantire che eventuali future alleanze siano praticamente già scritte e che rientrino in un progetto unico. – conclude Cerasa – Nel caso in cui dovesse vincere Renzi, invece, le alleanze conterebbero relativamente».



 

(Claudio Perlini)

 

Leggi anche

DENTRO IL MODELLO EMILIANO/ Il rischio del PD, pagare dazio ai radical chic e dimenticare la cosa pubblica