Il presidente del Consiglio Mario Monti, intervenuto a Bari all’inaugurazione della Fiera del Levante, ha ribadito la volontà dell’esecutivo di arrivare all’approvazione del ddl anticorruzione, attualmente all’esame del Senato. Una lotta alla corruzione, ha assicurato il premier, per la quale “alcuni provvedimenti sono necessari e saranno conclusi”. La determinazione del governo non è però piaciuta al Pdl che, attraverso le parole del capogruppo alla Camera Fabrizio Cicchitto, ha fatto sapere di non accettare forzature sul tema della giustizia. Secondo il Popolo della Libertà i tre temi su anti-corruzione, intercettazioni e responsabilità civile dei giudici devono procedere in parallelo, “con soluzioni condivise”, altrimenti non sarà possibile raggiungere un accordo. Quanto al disegno di legge anti-corruzione, continua Cicchitto, “in primo luogo nessuno può darci lezioni perché lo abbiamo presentato ai tempi del governo Berlusconi”. In secondo luogo, a detta di Cicchitto, le proposte del Pdl di modifica al dibattito alla Camera erano tutte contenute negli emendamenti presentati alla Camera e non discussi a causa della fiducia. Il capogruppo del Pdl sottolinea anche che tra le altre cose il testo del ministro Severino “ha delle pecche. Sia per quello che riguarda il traffico di influenza, già migliorato in Commissione ma ancora insufficiente, sia per quello che riguarda le pene minime, innalzate in modo asistematico, che non consentono di applicare una sanzione proporzionata alla gravità del fatto nel caso concreto. Sia perché è stato introdotto il reato di corruzione fra privati senza la perseguibilità a querela”. Quindi, conclude Cicchitto, “nessuno può cambiare le carte in tavola e affermare che noi siamo contrari alla legge sulla corruzione”. Inoltre, spiega, per il Pdl è inaccettabile che in sede di conferenza dei Capigruppo alla Camera si continui a respingere “non tanto la calendarizzazione formale delle intercettazioni, che è già avvenuta da tempo, ma quella sostanziale per cui essa viene fatta scorrere di mese in mese per intervento del gruppo del Pd”. Nel dibattito entra anche il capogruppo al Senato del Pdl, Maurizio Gasparri, il quale punta il dito contro il ministro Severino che, a suo giudizio, “boicotta la riforma dell’avvocatura, calpesta i pareri del Parlamento, come sta facendo per le sedi giudiziarie, non vuol fare la legge sulle intercettazioni, non si confronta per varare una seria normativa contro la corruzione, e dice no alla responsabilità civile dei giudici. E anche su altro, e ne parleremo in Senato, il suo operato è censurabile”. 



La pensa diversamente Anna Finocchiaro, capogruppo del Pd al Senato, secondo cui le affermazioni di Cicchitto e Gasparri sono “con tutta evidenza, sorde agli appelli del Capo dello Stato e profondamente inopportune. L’Italia ha un urgente bisogno di una normativa di contrasto alla corruzione, e il testo passato alla Camera, sebbene perfettibile, rappresenta un passo in avanti rispetto all’attuale situazione di stallo. Negare queste evidenze mi sembra difficile e dunque legare, come fanno Cicchitto e Gasparri, la legge anticorruzione alle questioni della responsabilità civile dei magistrati e delle intercettazioni dimostra solo la volontà politica di bloccare ogni vero tentativo di riforma sui temi della giustizia, una volontà di ricatto che respingiamo”.

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