L’endorsement dato dai frequentatori di Cernobbio a Monti, affinché ricopra un secondo mandato, non stabilisce a tavolino le sorti politiche dell’Italia in maniera definitiva ma aumenta, e di parecchio, le probabilità che l’ipotesi si avveri. Tanto più che personaggi del calibro dell’economista Nouriel Roubini sono usciti allo scoperto per dire che a Monti e al Montismo non c’è alternativa. Anche l’ad di Intesa Sanpaolo, Enrico Cucchiani, ospite del Worshop Ambrosetti, si è detto convinto del fatto che si tratti di un’eventualità altamente probabile. Del medesimo avviso pure Francesco Caio, amministratore delegato di Avio: «Monti – ha detto – ha ridato all’Italia un ruolo chiave. Auspico una continuità della sua azione di governo e mi auguro che Monti resta della partita». Oltre ai vari personaggi che a Cernobbio si sono espressi in favore di un simile scenario, vale la pena ricordare il sondaggio de Il Sole 24Ore Radiocor effettuato tra 137 esponenti del mondo economico-finanziario e tra 275 soci di Assiom Forex, dal quale ne emerge un gradimento per il professore pari all’80%. Il commento di Paolo Franchi, giornalista ed editorialista del Corriere della Sera.
Monti potrebbe effettivamente tornare a Palazzo Chigi?
Benché non sia semplice capire attraverso quali strade vi si possa giungere, il Monti bis, non da oggi, è una delle opzioni più verosimili. Ovviamente, non è detto che accadrà. Ma da tempo, tra i partiti e nell’opinione pubblica si ammette l’eventualità come estremamente realistica. In fondo, l’attuale dibattito si può esaurire nella distinzione tra chi sta con Monti o intende sposare l’agenda Monti, e chi intende seguire una strada contraria, magari assumendo una linea socialdemocratica.
In ogni caso, cosa si frappone ad un secondo mandato?
Non dimentichiamoci che dovremo pur sempre passare attraverso una prova elettorale. Il Workshop Ambrosetti, finora, per quanto sia di estrema importanza, non indica il presidente del Consiglio o della Repubblica. Al di là dell’indubbio prestigio internazionale, Monti si troverebbe a dover fronteggiare i medesimi problemi che tutti i leader europei hanno con il proprio elettorato relativi, spesso, ad una certa insofferenza nei confronti proprio dell’Europa. Al di là di questo, si pongono, in ogni caso, altre criticità.
Quali?
Anzitutto, Monti è senatore a vita e, in quanto tale, è prassi che non partecipi alla contesa elettorale ma che resti a disposizione come riserva della Repubblica. Eventualmente, quindi, dovrebbe essere nuovamente chiamato in causa dai partiti maggiori.
Dalla grande coalizione, quindi?
Esatto. Il problema è che non s’è mai vista una grande coalizione promossa addirittura prima delle elezioni. In genere, si fanno dopo il voto. Per intenderci, non è pensabile che i partiti dicano agli elettori: “votate un po’ come vi pare, tanto dopo ci mettiamo d’accordo”. Nel frattempo, quindi, è prevedibile che Monti sarà conteso tra le varie formazioni. C’è da sperare che questo non avvenga in forme talmente distruttive da impedire di mettersi assieme dopo il voto.
Riusciranno, nel frattempo, ad accordarsi su una nuova legge elettorale?
Credo proprio di sì. Sta di fatto che qualunque sia la riforma varata, ci troveremo in un contesto di estrema frammentazione politica. I partiti maggiori viaggiano su cifre decisamente distanti dai fasti degli anni scorsi, mentre incombe il rischio che l’M5S possa diventare il secondo o il terzo partito; le parti in causa interessate al Monti bis, quindi, dovrebbero chiamarlo con una maestria tattica, diplomatica, politica e culturale che, al momento, non si vede.
Quindi?
Il premier farebbe meglio, probabilmente, a indicare lui stesso la necessità di uno scompaginamento di tutte le forze che lo sosterebbero, volto ad una successiva ricomposizione dal sapore europeista. Tale schieramento così ricomposto, a questo punto, potrebbe misurare la sua effettiva forza nello scontro elettorale.
Non crede che le dichiarazioni trionfali di Monti sull’imminente uscita dalla crisi riflettano la sua volontà di spianare il campo alla sua prossima ricandidatura?
Diciamo che non credo che la sua massima ambizione consista nel tornare a fare il presidente della Bocconi.
(Paolo Nessi)