Mario Mauro sceglie Mario Monti, Maurizio Lupi e Roberto Formigoni correranno con Silvio Berlusconi, mentre Raffaele Cattaneo deve ancora sciogliere le riserve. Ieri Mauro si è dimesso da capogruppo degli eurodeputati del Pdl. L’annuncio è arrivato nel corso di una riunione dei parlamentari europei del Ppe, dedicata ai valori dei popolari europei. La decisione di Mauro non influisce però sulla sua appartenenza al gruppo del Ppe a Strasburgo. L’europarlamentare ha spiegato che qualora la campagna elettorale si fosse trasformata in un referendum pro o contro l’Ue, avrebbe scelto quest’ultima.
Mauro ha promesso ora un suo ruolo attivo in vista delle prossime elezioni a sostegno di Monti, anche se non si sa ancora se si candiderà. Nel corso di un’intervista a Ilsussidiario.net, Mauro aveva dichiarato: “Mi auguro che il principale partito del centrodestra, che nel ’99 mi attirò per la sua adesione al Ppe, riveda le sue posizioni. E che non pensi di aggirare la difficoltà di questa fase storica identificando nell’Europa la fonte dei mali”. Roberto Formigoni scende in campo invece con Silvio Berlusconi, abbandonando definitivamente l’idea di presentare una lista autonoma a sostegno di Monti. Il governatore uscente non intende infatti appoggiare il capo del governo che, nella prossima legislatura, potrebbe finire per garantire la maggioranza a Pier Luigi Bersani in un Senato traballante. Più complicata la situazione alle elezioni regionali, dove Formigoni aveva lanciato la candidatura di Gabriele Albertini, caldeggiandone un sostegno da parte del Pdl.
Ora però avrebbe cambiato idea. Uscendo dall’incontro della sede milanese del Pdl, si è limitato a dichiarare: “Sostegno ad Albertini o Maroni? Sono qui per le necessarie e utili valutazioni”. Mario Mantovani, coordinatore lombardo del Pdl, fa capire però che la decisione è già stata presa, sottolineando che Formigoni si è messo a disposizione del partito, preparerà il programma per le regionali e si candiderà per un seggio in Parlamento. Maurizio Lupi ha invece spiegato fin dall’inizio che non avrebbe lasciato il Pdl. Motivando la sua scelta con il fatto che il partito di Berlusconi permette una convergenza di personalità di differente estrazione politica su valori comuni quali l’educazione, l’impresa, la famiglia, la sussidiarietà e le libertà.
Anche nel Pdl non mancano le differenze, ma per Lupi un conto sono i singoli diritti cui ha diritto ogni uomo, inclusi gli omosessuali, un’altra cosa è andare a ledere i valori non negoziabili. Su quest’ultimo punto per Lupi il principale partito di centrodestra è sempre stato inamovibile. E il primo punto del nuovo programma del Pdl sarà la famiglia, considerata il perno della società. Chi non ha ancora sciolto le riserve è invece Raffaele Cattaneo. Ieri si è riunito con i più stretti collaboratori della provincia di Varese per discutere il da farsi. “Stiamo maturando un orientamento”, la sua unica dichiarazione. Anche se in realtà si profilerebbe la strada di una ricandidatura alle regionali con il Pdl, rispondendo così all’invito di Formigoni a non trasformarsi nella “stampella” di Bersani.