Il Pd sa perfettamente che se la coalizione di centrosinistra non riuscisse a conquistare il Senato sarebbe costretto ad allearsi con il centro. E, probabilmente, a cedere Palazzo Chigi a Monti. Ce lo vedete Bersani che dice al prof della Bocconi: “abbiamo bisogno delle tua lista per creare una maggioranza di governo. Ma il premier lo faccio io”? No. Monti, quindi, ottenuta la guida del governo, potrebbe impegnarsi, in cambio, a togliere il disturbo dopo un paio d’anni, accettare qualche incarico europeo e lasciare il posto a Bersani che, nel frattempo, avrebbe fatto il ministro dell’Economia. Lo sanno tutti. Ma, nel centrosinistra, non possono dirlo. Ovvio. Mica si può andare in campagna elettorale spiegando agli elettori che possono votare un po’ come gli pare, tanto, comunque vada, il presidente del Consiglio lo farà Monti. Questo è il quadro che va delineandosi, e lo si comprende facilmente leggendo tra le righe (ma neanche troppo tra le righe) delle affermazioni degli attori in campo. Enrico Letta, vicesegretario del Pd, ha detto, per esempio: «Dopo le elezioni, se vinceremo chiederemo ai montiani, al centro, di sostenere il governo Bersani». E ancora: «Il Pd e la coalizione del Pd vuole vincere le elezioni e chiedere voti per il centrosinistra, dopo le elezioni guarderemo al Parlamento che si è creato e valuteremo le scelte da fare. Il nostro primo interlocutore saranno le liste che si sono raggruppate intorno al senatore Monti». Abbiamo chiesto a Beppe Fioroni, Senatore del Pd, candidato attualmente in un collegio certo alla Camera, un commento.
Quello che sostiene Letta, in quanto numero 2 del Pd, dovrebbe essere attribuibile al partito
Io non faccio l’esegeta di Letta. Credo, in ogni caso, che la sua opinione sia quella di gran parte del Pd.
Lei cosa ne pensa?
Lo condivido pienamente. Credo che, dopo il voto, avremo la responsabilità di governare e di cambiare profondamente il Paese con grande senso di responsabilità.
Perché il rapporto privilegiato proprio con Monti?
Perché, dal punto di vista della responsabilità e della credibilità, rappresenta indubbiamente l’ interlocutore più affidabile.
La parte di sinistra del Pd e il vostro principale alleato, Nichi Vendola, potrebbero pensarla diversamente
Guardi, io faccio il medico e non sono abituato a fasciarmi la testa prima di essermela rotta. Credo che i soggetti di cui lei parla abbiano tutto l’interesse a prendere in considerazione tutti, ma ad intraprendere la responsabilità del governo e del cambiamento del Paese solo con chi non persegue strategie demagogiche, non fa populismo a piacimento e non vuole portarci fuori dall’Europa.
E di Ingroia e De Magistris che dice?
Credo che sarà necessario capire quali sono le loro proposte e con chi si coalizzeranno; una volta compreso il loro progetto, dopo il voto capiremo se sono compatibili con l’esigenza di governare con credibilità e responsabilità.
Lei parla di responsabilità, credibilità ed Europa. Al di là di ciò, cosa dovrebbe unirvi al centro montiano, sul fronte dei contenuti programmatici?
Vorrei ricordare che, a differenza della destra di questo Paese, abbiamo sostenuto con grande coerenza ed onestà intellettuale, il governo del presidente Monti. Per questo, possiamo dire di avere molti punti in comune. Oltre, ovviamente, a molti che ci dividono. Quindi, tenuto conto delle innovazioni e dei cambiamenti di cui l’Italia ha bisogno, una volta vinte le elezioni dovremo favorire le ragioni del dialogo, dall’ascolto e del confronto rispetto a quelle che ci possano dividere.
Lei ammette la possibilità di una grande coalizione?
Credo che chi governerà sarà indicato dagli elettori. Dopo aver vinto le elezioni, come ci auguriamo, le scelte conseguenti saranno frutto delle responsabilità politiche di ciascuno.
Ci faccia capire: se vincete sia alla Camera e Senato governate da soli o contemplate l’ipotesi di un’alleanza di governo con il centro?
Credo che le ipotesi subordinate non vadano prese in considerazione. Concorriamo per vincere. Posto che questo accada, abbiamo comunque necessità di saper privilegiare le ragioni del confronto rispetto a quelle dello scontro.
Mettiamo, invece, che non conquistiate il Senato
Anche questa è una subordinata che non intendo prendere in considerazione. Competiamo per vincere in entrambi i rami del Parlamento.
Il Pdl accusa Monti di essere la prossima stampella del vostro futuro governo
Quando uno accusa gli altri di inciucio con il nemico è evidentemente a corto di progetti, sa già che ha perso le elezioni ed è alla ricerca di un alibi per spiegare perché le ha perse.
(Paolo Nessi)